32.279 quintali di prodotto venduto e un incremento del 4% rispetto all’anno scorso: sono questi i risultati positivi dell’ultima campagna di pesche e nettarine di Romagna Igp.

“Un buon risultato – dichiara il presidente Paolo Pari - soprattutto in considerazione del fatto che in questa campagna abbiamo registrato un forte incremento della domanda, al punto da avere, in certi momenti, anche problemi di disponibilità di prodotto a marchio, che ci ha limitato ma che ha anche dato un segnale importante sull’apprezzamento e l’affermazione della pesca e nettarina di Romagna”.

La campagna - partita il 20 giugno e terminata il 20 settembre, come indicato nel disciplinare di produzione - ha visto prevalere le nettarine a marchio Igp rispetto alle pesche, con 22.293 quintali per le prime contro i 14.986 per le seconde.

La massima concentrazione delle vendite si è registrata tra il 16 luglio e il 13 agosto, con un incremento nelle due settimane tra il 17 e il 30 luglio, coincidente con il periodo di programmazione pubblicitaria televisiva sulle reti Rai.

Oltre alla campagna televisiva, il progetto di valorizzazione messo a punto dal Consorzio prevedeva un mix di azioni su altri media, numerose promozioni sui punti vendita e un sistema di autoregolamentazione e di controllo a ulteriore garanzia del consumatore.

Molto positiva la risposta dei mercati all’ingrosso alle iniziative di promozione. Il Consorzio, infatti, attraverso una promozione che prevedeva la distribuzione di materiali informativi e gadget, è riuscito a coinvolgere più di 40 grossisti e circa 1.000 dettaglianti.

La grande distribuzione, grazie anche all’aumento del numero delle insegne che hanno inserito la pesca e la nettarina Igp fra le proprie referenze, rappresenta il 61% del totale delle vendite. Il restante 39% è invece rappresentato dal canale tradizionale, che ha registrato un incremento del 19%.

“Il quadro di sintesi della campagna 2006 dà sicuramente indicazioni di positività - conclude il presidente Paolo Pari - anche se ci sono ancora potenzialità inespresse sul prodotto; va dato merito comunque ai soci del Consorzio e alla Regione Emilia Romagna di avere costruito un progetto che è divenuto ormai punto di riferimento in Italia come modello per la valorizzazione della tipicità nell’ortofrutta”.