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Il Cibus dei record

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Redazione

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Gabriele Ferri, direttore generale di Naturitalia
Federalimentare ricorda che quasi l’80% dell’export agroalimentare italiano è rappresentato da prodotti industriali di marca. «L’export sarà sempre più rilevante in futuro, soprattutto per la grande spendibilità del made in Italy che, specie se supportato dalla marca, può fare la differenza sui mercati esteri in chiave di credibilità e immagine. Per quanto riguarda il dolciario – conferma Paolo Isolati direttore marketing del Gruppo Bauli – c’è stato negli ultimi anni un apprezzamento sempre più diffuso del prodotto panettone mentre lo stesso croissant oggi è un prodotto che in alcuni Paesi con economia in sviluppo può risultare interessante; per questo abbiamo fatto delle scelte in termini di internazionalizzazione come la joint venture con un’azienda indiana per la produzione in loco di una specifica linea di croissant». Tra i prodotti di punta del made in Italy alimentare ci sono senz’altro i formaggi. Non a caso nel mercato dei formaggi duri (Parmigiano Reggiano e Grana Padano), l’andamento complessivo dei consumi nel 2011 è stato caratterizzato da una buona crescita sui mercati esteri (+20,4 a valore rispetto all’anno precedente), che rappresentano ormai il 30% dei consumi (fonte: dati Istat esportazioni). «Per quanto ci riguarda, possiamo affermare che Parmareggio, con le esportazione che valgono circa il 20% del fatturato complessivo, ha chiuso il 2011 in crescita, con un +8% rispetto all’anno precedente – spiega Maurizio Moscatelli, direttore commerciale di Parmareggio – Questo risultato è probabilmente da attribuire in buona parte alla riconoscibilità del nostro brand. Parmareggio ha saputo coniugare la tradizione, il controllo della filiera controllata e la qualità di un formaggio come il Parmigiano Reggiano, elementi distintivi del made in Italy all’estero, con idee innovative e nuovi prodotti per diverse occasioni di consumo. Lo dimostrano i buoni risultati delle vendite del 30 mesi Parmareggio, il prodotto che meglio simboleggia il concetto di eccellenza legato al nostro brand, e il lancio dei Formaggini Parmareggio al Parmigiano Reggiano all’estero, con un packaging dedicato. Siamo quindi convinti che ci siano prospettive di crescita con un progetto di Marca anche sul mercato dell’export». Opportunità, certo, ma con qualche ostacolo: «È impossibile pensare di poter collocare le importanti produzioni italiane presidiando solo il mercato interno – sottolinea Gabriele Ferri direttore generale di Naturitalia – Per veicolare le eccellenze ortofrutticole italiane il settore deve unire le forze investendo importanti risorse a favore della comunicazione con l'intento di far conoscere i propri prodotti e creare l’esigenza specialmente nelle aree del mondo dove i consumi sono al disotto della soglia indicata dall’OMS». Gianni Amidei, amministratore delegato Alegra ricorda poi che in generale, per quanto le opportunità offerte dai mercati esteri siano legate al prodotto e al momento, esistono problematiche di logistica-trasporto-tempistica che non permettono a certe produzioni di raggiungere i mercati più remunerativi.

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