Se l’e-commerce rappresentasse il 15% del commercio al dettaglio e se gli ostacoli al mercato interno fossero eliminati, i risparmi per i consumatori potrebbero essere di oltre 200 miliardi di euro, equivalenti all'1,7% del Pil europeo.

Sono questi i dati, tutt’altro che trascurabili, messi in luce da una recente stima effettuata dalla Commissione europea sull’argomento. Dato la rilevanza delle cifre segnalate, l’Ue ha deciso di incrementare lo sviluppo del commercio on line, presentando 16 azioni intese a raddoppiare, entro il 2015, la quota del commercio elettronico nelle vendite al dettaglio e quella dell'economia di internet nel Pil europeo.

La Commissione, inoltre, si sta muovendo per facilitare l'accesso da parte dei consumatori europei ai prodotti e ai contenuti online dei vari paesi comunitari, così da creare un contesto internazionale più favorevole allo sviluppo di un mercato unico dinamico, incrementando per esempio gli investimenti nella connettività wireless o nelle infrastrutture fisse di nuova generazione.

Un’ulteriore ragione per cui Bruxelles intende promuovere l’e-commerce riguarda la possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Pare, infatti, che il potenziale del commercio elettronico e dei servizi online possa rappresentare fino al 20% dell'occupazione e della crescita dei prossimi cinque anni.

Va da sé che, data la difficile congiuntura economica nella quale l’Europa intera si trova, l’opportunità di sviluppare nuove occasioni di lavoro per i cittadini comunitari abbia una grande importanza e costituisca una priorità per il governo europeo.