L’Ue ha effettuato, nei mesi scorsi, un’indagine a tappeto, nei vari stati europei, per verificare se i siti web che offrono credito al consumo rispettassero le norme vigenti a tutela dei consumatori, ovvero spiegassero in maniera chiara le caratteristiche delle varie offerte di credito.

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I risultati di questo accertamento voluto da Bruxelles sono stati piuttosto deludenti: solo il 30% dei siti esaminati è apparso in regola, mentre un buon 70% dovrà essere sottoposto a ulteriori accertamenti.

La maggior parte dei siti analizzati presentava, infatti, diverse lacune. Le più evidenti sono le seguenti: poche informazioni nella pubblicità del credito al consumo, mancanza di indicazioni fondamentali in merito all’offerta (quali, per esempio, la segnalazione del tipo di tasso d’interesse applicato), presentazione poca chiara – e spesso ingannevole – dei costi previsti dalle singole operazioni di credito al consumo.

Per risolvere la situazione, le diverse autorità nazionali competenti sono state incaricate di chiedere chiarimenti agli operatori on line non in regola invitandoli, se necessario, a correggere i propri siti.

Se tali correzioni non verranno apportate, le imprese di credito al consumo - a seconda delle legislazioni di ciascun paese - potranno essere sanzionate o persino costrette a chiudere le proprie pagine web. Nella seconda parte dell’anno, infine, gli enti nazionali preposti dovranno informare la Commissione europea in merito al lavoro svolto e ai risultati ottenuti sulla questione.