di Emanuele Scarci
Oltre 7,2
miliardi di fatturato nel bilancio 2023/24 e 1,5 miliardi di investimenti
programmati nel prossimo triennio per ampliare di 150 store la rete commerciale
di Lidl Italia. Entro 2030 il discounter tedesco prevede mille punti vendita, con un sostanziale rafforzamento
nel Centro-Sud.
«Nell’ultimo esercizio chiuso a febbraio - ha commentato, nel corso della
presentazione del “Bilancio di impatto socio-economico di Lidl in Italia”, il
presidente Massimiliano Silvestri - siamo cresciuti del 7%, diviso tra un 5% generato dall’inflazione e un 2% dai volumi. Nella seconda
parte dell’anno abbiamo recuperato tantissimo sui volumi grazie alla riduzione
dei prezzi. Trend che si è esteso al 2024: attualmente siamo a inflazione zero
e anzi offriamo vantaggi di prezzo per i consumatori».
Il top
manager non dispone al momento dei dati sulla redditività dell’ultimo esercizio,
ma nel 2022/23 il margine sul fatturato si era a attestato a 547 milioni, l’8,1%
dei ricavi (contro l’8,2% del dato precedente).
La chiave
degli hub
La rete Lidl
conta 750 punti vendita, con una concentrazione al Nord e una presenza a maglie larghe
nel Centro-sud. In Basilicata l’insegna è totalmente assente, ma in dicembre
dovrebbe inaugurare un pdv a Matera e uno a Potenza. «Cresceremo di più nelle
aree 3 e 4 Nielsen - ha annunciato, a margine dell’evento, Silvestri – e per
fare questo abbiamo bisogno di nuovi poli logistici. Il primo lo inaugureremo a
settembre ad Assemini, poco distante da Cagliari: è un investimento da 70
milioni». L’anno scorso l’azienda ha investito 454 milioni nella rete che
da quest’anno saliranno a 500 milioni.
Anche il
Nord, e la Lombardia in particolare, ha bisogno di nuova capacità logistica (oggi
sono 11 gli hub operativi in Italia) che Silvestri ha individuato nel polo di
Vaprio d’Adda, sulla direttrice Milano-Brescia-Venezia. Tuttavia il progetto, da 125 mila
mq di cui 44 mila coperti,
è incappato nelle maglie del Tar che ha respinto, già dallo scorso autunno, l’istanza
degli ambientalisti sul consumo di suolo, ma ha anche rilevato la mancata
Valutazione di impatto ambientale da parte del proponente. “Con l’amministrazione comunale - ha detto Silvestri - stiamo
valutando quale sia la strada migliore per realizzare il progetto”.
Adesione
a Confcommercio?
Un mese fa
Lidl ha deciso di uscire da Federdistribuzione a causa delle lungaggini sul
rinnovo del contratto nazionale. E ha deciso di applicare il contratto Confcommercio.
Il prossimo passo è l’adesione alla confederazione guidata da Sangalli? «Intanto
abbiamo fatto una scelta che riguardava la tutela del reddito dei nostri 22 mila collaboratori: a giugno erogheremo in una rata
unica i 350 euro di una tantum. Ci interessava dare un segnale chiaro. Per il
resto vedremo in futuro».
Secondo il
report di Ambrosetti sulle ricadute socio-economiche, Lidl ha
generato un impatto fiscale cumulato di oltre 4,2 miliardi, un
ammontare 2 volte superiore a quanto previsto dal Pnrr per i servizi
digitali e la cittadinanza digitale.
Nel 2022 il totale delle forniture di beni e servizi acquistati in Italia
da Lidl ammonta a 6,2 miliardi, concentrati
soprattutto nel comparto della produzione agroalimentare, un traino per l’export
di prodotti alimentar che nel 2022 hanno raggiunto 2,4 miliardi (pari al
4,5% di tutto l’export food & beverage italiano), di cui il 24% è
rappresentato da frutta e verdura (il 13% delle esportazioni totali
del Paese).