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Monini: entro fine anno prezzi dell’Evo giù fino al 40%

Zefferino Monini, Ad e presidente Monini
Zefferino Monini, Ad e presidente Monini

Monini: entro fine anno prezzi dell’Evo giù fino al 40%

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redazione

Sugli scaffali dei supermercati l’olio extravergine di oliva tornerà ad essere venduto ben al di sotto dei 10 euro al litro entro la fine dell’anno. La previsione è di Zefferino Monini, Ad e presidente dell’omonima azienda umbra, resa nota in occasione della pubblicazione del 3° Bilancio di sostenibilità dell’impresa, curato da The European House - Ambrosetti.

Una buona notizia per i consumatori, che secondo i calcoli di Monini dovrebbero veder scendere i prezzi del 30-40%, che dovrebbe tradursi in una buona notizia per il settore nel suo complesso: l’abbassamento dei prezzi dovrebbe infatti far risalire i consumi in tutto il mondo, specialmente in quei Paesi in cui l’olio extravergine non è un’abitudine consolidata. Basti pensare che lo scorso anno in Cina si è registrato un crollo del 60%.

«Nel complesso – questa la previsione di Monini sulla base di dati Coi (Consiglio oleicolo internazionale) – ci aspettiamo che i consumi nel 2025 tornino intorno quota 3 milioni di tonnellate, contro i 2,7 del 2024». Una ripresa resa possibile dalla buona annata olearia, «con una produzione che si prevede intorno a 3,3-3,5 milioni di tonnellate, contro i 2,5 milioni di tonnellate della scorsa campagna e che dovrebbe riportare dal prossimo anno le scorte a un livello in linea con quello degli ultimi dieci anni, cancellando le ultime due campagne che sono state eccezionali in senso negativo a causa della scarsa produzione della Spagna».

E a casa nostra? «In Italia, causa clima torrido e siccitoso, la produzione sarà invece più contenuta di quella passata, ma questo non potrà avere ripercussioni sui prezzi dell’extravergine italiano, che dovrà per forza di cose riallinearsi per reggere la concorrenza degli stranieri. Ricordo che in media il nostro Paese produce 300 mila tonnellate di olio l’anno, quando il fabbisogno è di 900 mila. È chiaro che servono investimenti per produrre più olio extravergine made in Italy e per garantire maggiore resilienza ai cambiamenti climatici».

Presupposti che hanno spinto l’azienda nel 2020 a investire nel segmento agricolo con il progetto Bosco Monini, un milione di nuovi olivi ad alta intensità piantumati entro il 2030 tra Umbria e Toscana e coltivati a regime biologico e con tecniche moderne e sostenibili. In appena quattro anni, come si evince dal Bilancio di sostenibilità, curato da The European House - Ambrosetti sulla base dei più importanti standard di rendicontazione internazionale, sono stati già piantati oltre 700 mila olivi, di cui a ottobre si raccoglieranno i primi frutti.

Di rilievo anche l’impegno dell’azienda verso la qualità dell’extravergine, che ha delle ripercussioni fondamentali non solo sul gusto ma anche sulla salute dei consumatori: nel 2023 il Frantoio del Poggiolo Monini ha ricevuto il riconoscimento di miglior frantoio biologico al mondo secondo la classifica del World’s Best Olive Oils, a conferma della serietà del percorso intrapreso.

L’azienda si è fatta inoltre portavoce della richiesta di istituire la categoria Alta Qualità anche nel segmento dell’olio extravergine di oliva e ha ideato lo Zefferino d’Oro, il primo riconoscimento della qualità della materia prima promosso in Italia da una grande azienda, che quest’anno (2° edizione) ha registrato l’ampia partecipazione di produttori provenienti dalle aree più vocate della Penisola.

A livello sociale Monini continua a supportare progetti educativi, coinvolgendo oltre 24.700 studenti nell’iniziativa "Monini per la Scuola" e investendo nella ricerca scientifica con 3 borse di studio assegnate dal 2021 attraverso Fondazione Veronesi.

I dati salienti del Bilancio di sostenibilità 2023

23 milioni di litri di olio extravergine commercializzati; 195 milioni di euro di fatturato, con il 97% del valore economico generato distribuito lungo la catena del valore; prodotti esportati in 61 paesi; 624 ettari di terreni olivicoli gestiti, tutti trattati con agricoltura biologica o inerbimento interfilare; -34,7% di emissioni di CO2 lungo la catena del valore rispetto al 2022; 99,9% degli ettari di Bosco Monini dotati di sistemi di irrigazione di precisione.

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