Glovo: il delivery ai tempi del Corona virus
Glovo: il delivery ai tempi del Corona virus
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Se fino a poco tempo fa le consegne a domicilio venivano considerate la soluzione per chi non aveva tempo o voglia di cucinare, oggi il servizio è divenuto essenziale e imprescindibile per tutti.
Ci si affida all’app di Glovo per farsi recapitare la spesa (+300% marzo vs. febbraio) ed evitare così le file davanti al supermercato, i farmaci da banco (+130%), ma anche altri prodotti utili che durante l’emergenza diventano simboli di “affetto” e solidarietà per far sentire le persone più vicine.
Questo è quanto emerge in estrema sintesi dal Delivery Report di Glovo ai tempi del Coronavirus – l’unica piattaforma di delivery multi-categoria – che traccia un quadro sulle abitudini degli italiani e del loro rapporto con le consegne a domicilio.
“L’home delivery sta subendo una vera e propria trasformazione - commenta Elisa Pagliarani, General Manager Glovo Italia – sia in termini di clientela, con sempre più famiglie che si rivolgono alla nostra piattaforma, sia in termini di prodotti. Le persone oggi fanno affidamento al delivery per vivere la propria quotidianità, con la richiesta di beni e oggetti utili ma spesso difficili da reperire. Dagli ordini di marzo emerge chiaramente l’esigenza di poter fare la spesa, evitando così le file davanti ai supermercati, ma anche di ricevere a casa altri beni necessari per il proprio lavoro, come cartucce e risme di carta per la stampante, e per il tempo libero, come libri e giochi di società”.
La spesa al supermercato: al bando le frivolezze, vince l’essenzialità. Dall’analisi degli ordini di febbraio e marzo 2020 affiora chiaramente una nuova mappa dei bisogni degli italiani durante il Coronavirus. La spesa, che ha registrato una crescita del 300% rispetto al periodo ante Covid-19, vede ai primi posti consegne di beni come lievito (+3mila%), farina (+2mila%), zucchero (+mille%), banane (+mille%), latte (+500%) e uova (+150%) a dimostrazione di un ritorno all’essenzialità negli acquisti.
“Non solo, quello che osserviamo è l’utilizzo dell’app per far sentire le persone più vicine – prosegue Pagliarani - con consegne di piatti e dolci fatti in casa che viaggiano da un angolo all’altro della città, ma anche semplicemente degli ingredienti per cucinare insieme, oppure oggetti che si portano dietro messaggi carichi di empatia”.
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