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Il supermercato in una bancarella

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Redazione
Probabilmente il politico olandese Frits Bolkestein, leader liberale e più volte ministro, non si sarebbe mai aspettato di diventare famoso in Europa per la direttiva 2006/123 che porta il suo nome. La legge, approvata nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 59/2010, introduce una serie di principi sulla deregulation della circolazione delle merci e dei servizi, nel più puro spirito comunitario.
Il problema è che contiene un risvolto in base al quale la “libera circolazione dei servizi” agevola indirettamente il mondo della grande distribuzione organizzata, consentendo fra l’altro alle società di capitali e alle cooperative di ottenere liberamente concessioni per il commercio su aree pubbliche, concessioni finora permesse solo a persone fisiche o a società di persone.
In questo modo una qualsiasi catena di supermercati potrebbe “colonizzare” un mercato ambulante. I risultati, secondo i detrattori, sarebbero un’ulteriore desertificazione del piccolo commercio, un ingresso in sordina della gdo in quartieri centrali dai quali normalmente resta fuori, una forma di concorrenza insostenibile per il piccolo operatore.
In effetti la Bolkestein ha scatenato reazioni ostili in moltissimi Paesi. Da noi, dove il decreto è stato approvato a primavera inoltrata, si sono registrati scioperi e agitazioni soprattutto a Torino, città in cui i mercati sono particolarmente forti, essendo numerosissimi e con cadenza quotidiana.
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