Lavazza pronta per l'ingresso nelle Top 5 globali. Nel mirino Dallmayr

Lavazza pronta per l'ingresso nelle Top 5 globali. Nel mirino Dallmayr
Giuseppe Lavazza

Lavazza pronta per l'ingresso nelle Top 5 globali. Nel mirino Dallmayr

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Emanuele Scarci

Lavazza candidata all’ingresso nelle Top 5 globali del caffè, con un fatturato di 4,5 miliardi di euro. La multinazionale torinese avrebbe in corso negoziati (non smentiti) per fondersi con la torrefazione tedesca Dallmayr. Non è scontato che la trattativa vada in porto, tuttavia se il deal si realizzasse attraverso uno scambio azionario, la famiglia Lavazza manterrebbe il controllo: i ricavi di Torino sono quasi il triplo di quelli dei tedeschi. Mentre se avvenisse prevalentemente con un esborso, Lavazza potrebbe sostenere lo shopping grazie a riserve per circa 2,7 miliardi.

Nel 2024 la società guidata dal ceo Antonio Baravalle ha realizzato ricavi di 3,34 miliardi, un Ebitda di 312 milioni (+18,6%) e un utile di 82 milioni (+21%). Il margine è del 9,3%. Il debito netto di Lavazza è salito (per l’acquisizione di Ivs group) da 292 milioni a 511 milioni, ma il rapporto Ricavi/Ebitda è di un fisiologico 1,6 volte.
In sede di bilancio, il presidente Giuseppe Lavazza ha detto che nel 2025 “cercheremo soluzioni efficaci sul fronte della redditività facendo leva sul rafforzamento dell’offerta e della qualità dei prodotti, oltre che sulla nostra strategia di crescita internazionale focalizzata in particolare sul consolidamento del mercato europeo”.
Dallmayr, a proprietà familiare, fattura circa 1,2 miliardi e ogni anno 80 mila tonnellate di caffè vengono tostate. E’ uno dei big europei nella distribuzione automatica con 100 mila distributori.

Big globali

Un recente report di Mediobanca sui Top 10 globali del caffè, colloca Lavazza al sesto con una quota di caffè torrefatto del 2,6%, a distanza dall’elvetica Nestlé, 8,9%, dall’olandese Jde Peet’s, 7,2%, dalle americane The Smucker, 3,6%, e Starbuck (3,1%) e dalla tedesca Strauss, 2,8%.

Il gigante Nestlé realizza nel caffè (con i brand Nescafé, Nespresso e Starbucks nell’ambito della Global coffee alliance) un fatturato di 25 miliardi (e un margine del 18%) mentre l’olandese Jde Peet’s arriva 8,8 miliardi (margine al 12%).

Sotto la lente

Rispetto al 2019, Il giro d’affari di Lavazza Group è balzato del 52% grazie ad acquisizioni e crescita interna. Controlla un ricco portafogli brand, tra cui Carte Noire, Merrild e Kicking Horse, opera in 140 mercati, con 9 stabilimenti in 5 Paesi.
L’anno scorso ha performato a valore in tutti i canali in cui opera, in particolare nei comparti fuori casa ed e-commerce (in quest’ultimo +20%), ma nell’home i volumi risultano in contrazione dopo gli aumenti dei prezzi al consumo. Sui mercati esteri è cresciuta, in particolare, negli Stati Uniti (+2,2%), Polonia (+9,5%) e Uk (+3,8%).
L’Italia (che si ritaglia il 23,4% dei ricavi di gruppo) si è fermata al +2,5%. Tutte le controllate estere hanno realizzato utili, ad eccezione di Cina, Olanda e Argentina. Le aziende trainanti rimangono la transalpina Carte Noire (13,8 milioni di utili su 286 di ricavi), North America (7,5 su 113), Lavazza Denmark (6,2 su 134), Lavazza Uk (4,8 su 95) e Nims (5,7 su 34,4). Da sottolineare che la controllata North America (con uno stabilimento a West Chester, in Pennsylvania) ha cumulato un patrimonio netto di 449 milioni.

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