Chef Express, società che gestisce tutte le attività di ristorazione di Gruppo Cremonini (3,7 miliardi di euro di fatturato) ha da poco inaugurato la grande area di servizio a ponte ex Autogrill, sulla A4 Milano-Torino, nei pressi di Novara.

Il complesso, per il quale sono stati investiti 6 milioni di euro, gode di un passaggio annuo di 16 milioni di veicoli e occupa una superficie complessiva di 4.620 mq, di cui 1.370 destinati all'area commerciale e 320 al market.

Come si sa il luogo è storico: aperto nel 1947 dall’imprenditore Mario Pavesi come spaccio di biscotti, è stato ampliato negli anni del ‘miracolo economico’ e ricostruito nel 1962 dagli architetti e urbanisti Angelo Bianchetti, Melchiorre Bega e Carlo Casati.

Il motivo di tante resurrezioni è il progresso. Lo ha confermato implicitamente Cristian Biasoni, amministratore delegato di Chef Express: "Oggi c'è bisogno di ripensare il rapporto con il viaggiatore, adeguando l'offerta alla domanda. Il progetto, curato dallo studio Iosa Ghini Associati, ha questa intenzione ed è stato lungamente studiato per essere all'altezza del passato di quest’area e garantirne il futuro, introducendo un sistema di customer experience innovativo per la ristorazione autostradale. L'obiettivo è stato di creare un ambiente non soltanto accogliente, ma anche coinvolgente, un sistema olistico (il tutto supera la somma delle parti, ndr) che ingloba il layout architettonico, le insegne, la comunicazione digitale, l'organizzazione dell'offerta food e del market e i percorsi. Il tutto coordinato in funzione esperienziale, con gli strumenti digitali integrati che caratterizzano l’intero complesso".

L'offerta è molto ampia con 7 diverse proposte, mutuate da concept urbani, o derivanti dalle partnership del gruppo. Sul ponte vero e proprio si trova la coppia dei ristoranti della piemontese Burgery e Oltre Gusto, con menu curati dallo chef e star televisiva Roberto Valbuzzi.

Al piano terra c'è il bar caffetteria Lavazza Etigua (nuovo format dedicato a una delle miscele top del colosso torinese), al quale si affianca, Gourmé, corner di ‘salsamenteria’ realizzato in partnership con Italia Alimentari (marchi Ibis, Cortebuona e Spanino), per gustare salumi, formaggi e prodotti tipici, affiancati alle migliori scelte enologiche del territorio.

In direzione Milano sono presenti invece la pizzeria Pomodoro&Mozzarella, caratterizzata dall'utilizzo di materie prime selezionate e naturali e JuiceBar, format di healthy food che propone, nelle sue 30 location (a Milano, Genova, Roma…) un ampio assortimento di prodotti freschi pronti da consumare o da asporto.

Anche il market, curato negli allestimenti da Cefla e dalla controllata Zenith Shop Design, ha subito una rivoluzione. L'idea centrale del nuovo Chef Store è stata di creare uno spazio di sosta, non una via d'uscita con un percorso forzato, come si trova nella maggioranza delle aree di ristoro autostradali.

Ribaltando uno schema diffuso, il nuovo market ha un'identità propria, e si avvale di un layout multipercorso che dà libertà al cliente: ‘fast’, più veloce per uscire, ‘slow’ per i prodotti tipici regionali, ‘tech’, per chi ama elettronica, telefonia e altro.

Da Chef Store particolare enfasi è posta sull'isola dei prodotti del territorio, disponibili per i viaggiatori grazie all'accordo tra Chef Express e Filiera Agricola Italiana, promossa da Coldiretti: i prodotti di alta qualità regionali sono garantiti dal marchio ‘Firmato dagli agricoltori italiani’.

La progettazione architettonica è stata curata, come detto, da Iosa Ghini Associati di Milano, con una particolare attenzione verso i temi della sostenibilità ambientale, mentre la progettazione esecutiva e i servizi di engineering sono stati affidati a Politecnica, una delle principali società italiane di progettazione integrata (architettura, ingegneria e urbanistica).

L'edificio è stato completamente rigenerato e isolato con un rivestimento esterno di oltre 1.000 mq di legno lamellare di abete bianco, così da ridurre al minimo la dimensione degli impianti di climatizzazione ed evitare gli sprechi. Rispetto alla carbon print, il legno, materiale ecosostenibile per eccellenza, svolge anche la funzione di assorbitore di anidride carbonica, che in questo modo non va in atmosfera. Infine il rivestimento è anche denominatore comune della filosofia del progetto, dando un'impronta unica all'area.

Il risparmio energetico è completato dall'installazione di dispositivi per abbattere l'uso di elettricità e da un impianto fotovoltaico, abbinati all'uso di illuminazione a led e a un sistema di riscaldamento e condizionamento di nuova generazione e ad alta efficienza. Il tutto ha portato un ‘saving’ di oltre 500.000 kWh equivalenti: come dire circa 210 tonnellate di CO2 annue. Inoltre, tutta l'energia elettrica acquistata è certificata al 100% da fonti rinnovabili.