IRI, leader mondiale nelle informazioni di mercato per il Largo Consumo, il Retail e lo Shopper, ha elaborato le previsioni sull’andamento dei mercati del Largo Consumo Confezionato per la seconda parte dell’anno in corso e per il 2018.

Per quanto concerne il 2017 la diminuzione dell’ansia sociale che ha caratterizzato gli scorsi due anni fa emergere con maggior forza la domanda di prodotti stimolata dai nuovi stili di consumo (bio, free from, salutistico, social responsible, ecc..) che guidano la ripresa del comparto. Tuttavia l’incremento del costo reale per il consumatore mitiga in parte lo sviluppo del Largo Consumo.

L’avvento di una nuova fase inflazionistica in Italia, ipotizzata a fine del 2016 dagli analisti macroeconomici, sembra sfumare a causa del rientro delle tensioni sulle materie prime energetiche e del mancato rafforzamento del dollaro. Tuttavia il Largo Consumo ha subito rialzi sul fronte dei prezzi causati da fattori climatici (anche se veicolati in prevalenza dagli alimentari freschi venduti sfusi o confezionati a peso variabile).


Il clima sociale relativamente più disteso (considerando il 2016 come annata particolarmente negativa, falcidiata da una nutrita serie di fatti soprattutto sul fronte geopolitico) avrà un effetto positivo sulla fiducia dei consumatori: tuttavia la mancanza di una spinta robusta dall’economia reale ne attenuerà in parte i benefici.
Infine il clima atmosferico (quest’anno orientato all’eccezionalità) ha stimolato la domanda di alimentari stagionali sia durante i mesi invernali che nel periodo primaverile.
Per quanto concerne il 2018 il punto cruciale sarà l’intervento fiscale a salvaguardia dei vincoli di bilancio pubblico (aumento dell’IVA), che potrebbe influenzare sensibilmente l’inflazione interna. Esso sembra ormai scongiurato per l’anno in corso ma resta uno scenario possibile per quello a venire. Nello scenario prospettico sui mercati di Largo Consumo qui proposto non viene contemplata questa possibilità.


Lo scenario recepisce inoltre le attese dei macroeconomisti di prosecuzione della ripresa del sistema economico italiano, ma a ritmi inferiori rispetto ai principali partner europei.