I prodotti alimentari venduti nei supermercati fisici e online sono sempre più ricchi di fibre: nel 2016 il contenuto di queste benefiche sostanze è aumentato del 3,7% rispetto all’anno precedente. E sono cresciute le vendite sia di prodotti “integrali” che di prodotti definiti “ricchi di fibre”. È quanto emerge dall’Osservatorio Immagino, il nuovo approccio allo studio dei fenomeni di consumo creato da GS1 Italy e Nielsen.

Gli italiani sembrano, dunque, essere consci dei tanti benefici salutistici apportati dalle fibre e dell’importanza di aumentarne il consumo. E mostrano di apprezzare i prodotti che le contengono, visto che ne acquistano sempre di più. Ma l’analisi dei trend realizzata dall’Osservatorio Immagino ha identificato traiettorie diverse in questa passione per le fibre.

Il maggior tasso di crescita registrato del 2016 è quello dei prodotti “integrali”, le cui vendite sono aumentate di ben il 22,8% rispetto al 2015. Qui la domanda dei consumatori contribuisce in modo significativo a trainare il mercato.

Al contrario, nel mondo dei prodotti definiti in etichetta come “ricchi di fibre”, che incidono per il 3% sull’assortimento registrato da Immagino, è l’offerta a determinare l’aumento del 5,4% delle vendite registrato tra 2015 e 2016, grazie soprattutto al lancio di nuove referenze e all’ampliamento della distribuzione dei prodotti.
Invece la domanda si dimostra più debole, probabilmente in virtù della dialettica con i prodotti integrali, i fuoriclasse del 2016, visto che il claim “ricco di fibre” risulta il più affine agli alto acquirenti di prodotti integrali.


L’Osservatorio Immagino rileva che i prodotti integrali sono più presenti nei carrelli della spesa delle fasce di consumatori più salutisti. In particolare, il 60% del giro d’affari complessivo generato dai prodotti integrali è realizzato da 4 milioni di famiglie, le stesse che sono sensibili ad altri claim salutistici, come “ricco di fibre”, “ricco di vitamine” ma anche “biologico” e “veg”. Invece gli alimenti ricchi di fibre hanno un pubblico più trasversale, che accomuna varie fasce della popolazione ed è solo leggermente influenzato dal reddito (vedi Figura 1).

L’analisi della “dieta mediatica” svolta dall’Osservatorio Immagino sugli alto acquirenti di cibi integrali ha rivelato che sono “patiti” di informazione, visto che dedicano ogni giorno alla televisione 358 minuti (il 30% in più della media nazionale), che seguono soprattutto i canali generalisti (46 punti sopra media) seguiti a distanza dalle reti free to air (+12).

Anche il digital ha un ruolo significativo nelle vite di questi cittadini, che si configurano come un target di grandi utilizzatori dei vari device: con i loro 68 minuti dedicati ogni giorno a smartphone, computer e notebook, superano infatti del 16% la media nazionale nell’uso del mobile.