L’alimentare è il settore traino del nostro Paese, e cresce con un tasso di variazione che supera il doppio (+3,6%) del Pil italiano (+1,5%). Restano notevoli differenze tra i comparti e le migliori performance di crescita se le aggiudicano caffè, food equipment (macchine ed attrezzature per la produzione alimentare), distillati e vino.

Questo emerge dall’Osservatorio sulle prestazioni delle aziende italiane del mondo agroalimentare, elaborato dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche (Unisg) di Pollenzo, con il sostegno di Gruppo Banca del Ceresio.

Spiega Carmine Garzia, relatore dello studio, coordinatore scientifico dell’Osservatorio e professore di Management presso Unisg: “L’industria italiana del food svetta per l’alta capacità di creare valore aggiunto, come avviene nel lusso, un altro asset di eccellenza del made in Italy. Le aziende creano valore aggiunto con il brand, l’innovazione e le scelte in materia di distribuzione e promozione. Il confronto intersettoriale conferma le ottime performance. Il ritorno sul capitale investito (Roi) nel 2016 è superiore a quello di diversi altri comparti della nostra economia come l’abbigliamento, il legno e i mobili. I nostri modelli ci confermano, anche per il 2018-2019, una crescita in linea con quanto registrato finora e un trend molto positivo per l’export”.

“La redditività commerciale, come sottolinea lo studio, ha subito una lieve contrazione nel 2017 (4,2%), tuttavia si rileva una buona tenuta della struttura finanziaria sostanzialmente invariata dal 2016 al 2017 - afferma Alessandro Santini, head corporate advisory di Gruppo Banca del Ceresio -. In questo senso la finanza può e deve essere al servizio dello sviluppo e dell’internazionalizzazione, uno strumento chiave e potenzialmente vincente”.

La quarta edizione del Food Industry Monitor presenta i dati economici e competitivi di 815 aziende per un fatturato aggregato di circa 61 miliardi di euro rappresentative del 71% delle società di capitali operanti nel food italiano. L’analisi è stata sviluppata prendendo in esame 15 comparti, per ciascuno dei quali è stato selezionato un campione rappresentativo di società di medie e grandi dimensioni che hanno sede e operano in Italia. I segmenti analizzati sono acqua, birra, caffè, conserve, distillati, dolci, farine, food equipment, latte e derivati, olio, packaging, pasta, salumeria, surgelati e vino.
Lo studio si focalizza su un periodo di 8 anni (2009-2016) e studia l’evoluzione delle performance dei singoli comparti e dell’intero universo del food in relazione all’evoluzione dei principali settori dell’economia italiana.