Cibo buono e di qualità. È questo binomio che da sempre rappresenta l’Italia a tavola, con la sua inconfondibile cucina ricca di varietà e tradizioni gastronomiche regionali che hanno saputo, e sanno tuttora, conquistare i palati più esigenti dovunque nel mondo. Ma gli italiani cominciano anche a confrontarsi con il novel food, che porta sulle nostre tavole nuovi alimenti, tra cui insetti e aracnidi come cavallette, grilli, coleotteri, bruchi e scorpioni.

Rentokil Initial, azienda leader in disinfestazione e derattizzazione e in servizi per l’igiene, ha commissionato una ricerca a Doxa per indagare il sentimento degli italiani rispetto all’entomofagia.

Dall’indagine è emerso che oltre il 40% ritiene che gli insetti possano essere uno dei cibi del futuro e sono in particolare i giovani tra i 18 e i 34 anni a dimostrare maggiore apertura (49%) contro il 63% degli over 55 che pensa che gli insetti non saranno mai accettati come alimenti in Italia.

Questa disponibilità ad accogliere il novel food non è solo teoria, ma si conferma anche nell’assaggio. Difatti, 4 italiani su 10 mostrano un’apertura: trovando cibi a base di insetti nel menu del ristorante, il 19% li assaggerebbe incuriosito dal gusto, mentre il 21% sarebbe stupito e indeciso.

Secondo uno studio condotto dalla Fao nel 2013, oltre a essere ecosostenibile grazie alla facile reperibilità della materia prima, un’alimentazione a base di insetti è anche nutriente e ricca di proteine, grassi buoni, calcio, ferro e zinco e in generale più salubre rispetto a quella ‘tradizionale’.

L’Osservatorio Rentokil ha indagato anche su questo aspetto e ha chiesto agli italiani cosa pensano degli effetti per la salute derivanti da questa particolare alimentazione, indipendentemente dal fatto che desiderino, o meno, assaggiare gli insetti. A sorpresa, 7 su 10 pensano che cibi a base di insetti possano avere effetti benefici e fornire nutrienti utili al nostro organismo.

Nonostante la riconosciuta ecosostenibilità di cibi a base di insetti, secondo il 73% la produzione degli stessi richiederebbe maggiori attenzioni in termini di sicurezza alimentare e pratiche igieniche, e il 55% è molto preoccupato dal punto di vista sanitario per le pratiche che potrebbero essere utilizzate o meno nella lavorazione degli insetti a uso alimentare.