Nata nel 1939, nel cuore dell’Umbria, Pietro Coricelli è tra le più grandi aziende olearie in Europa e rappresenta uno dei marchi italiani più distribuiti a livello globale. Presente in 110 Paesi nel mondo con uno stabilimento produttivo a Spoleto dove lavorano 75 dipendenti, la sua mission è far conoscere e apprezzare l’olio d’oliva e i sapori della cucina mediterranea nel mondo. Abbiamo chiesto all'Amministratore Delegato Chiara Coricelli di raccontarci quali sono le ultime novità e cosa bolle in pentola per l'immediato futuro


Partiamo da un quadro generale del comparto italiano dell’olio e del suo andamento rispetto ai mercati esteri.

Per l’Italia nel 2017 abbiamo registrato consumi in ripresa rispetto alla contrazione del 2016, nulla di esaltante ma si tratta comunque di un primo segnale, con un minimo incremento del 2% a volume in GDO, che migliora a valore grazie al prezzo medio in aumento. Purtroppo nel nostro paese, è ancora la leva prezzo a farla da padrone nella mente del consumatore, cosa che all’estero siamo riusciti a superare avendo creato una catena del valore legata alla garanzia di qualità data dai produttori italiani. Oggi uno dei timori più grandi è che, la crescita delle produzioni spagnole con il contraltare dei paesi terzi come Nordafrica e Turchia, e al contempo la bassa produzione italiana, possa in un futuro prossimo far sparire l’Italia tra i paesi annoverati come produttori di EVO e che quindi la fine della produzione di un paese possa colpire un’intera industria portandosi dietro tutta la filiera. Questo sarà difficilmente contrastabile se non saremo capaci di valorizzare la produzione nostrana da un punto di vista qualitativo ma con un prezzo sostenibile.

A quanto ammonta attualmente la quota export di Coricelli? In quanti paesi esportate?
L’export per la Pietro Coricelli spa rappresenta un 60% del fatturato, sviluppato in 110 paesi nel mondo. L’intenzione è di incrementare grazie al sempre crescente consumo di olio di oliva nel mondo. Il 2018 rappresenta per noi un anno di impegno non solo nell’implementare la distribuzione dei nostri marchi nei paesi dove oggi non siamo rappresentati, ma soprattutto di focalizzarci su Paesi chiave come l’Olanda, il Belgio, il Giappone o il Sud -Africa, dove abbiamo già una buona distribuzione e dove andremo a lavorare con progetti di marketing territoriale ed azioni mirate consumer al fine di consolidare la brand awareness ed affermarci come marchio leader.

Novità di prodotto: che cosa ci possiamo aspettare per l’immediato futuro? Ci sarà qualcosa di nuovo?
La tradizione di famiglia e la capacità di innovare aprendosi a nuove sfide sono da sempre parte del DNA aziendale. A Cibus di quest’anno abbiamo quindi presentato FriggiAmo, un nuovo olio di semi presentato in bottiglia di vetro, pensato per gli amanti della frittura. Frutto di 80 anni di esperienza nel settore e di continui investimenti in ricerca e sviluppo, FriggiAmo è un olio da frittura con una formula esclusiva ed originale, pensata per resistere alle alte temperature, per non alterare il sapore del cibo, per mantenere anche in frittura i benefici nutrizionali delle sostanze antiossidanti naturali che lo caratterizzano. Un olio nutrizionalmente ricco di acidi grassi insaturi, grazie al blend composto da olio di semi di girasole, olio di semi di girasole altoleico e olio di riso con contenuto di gamma orizanolo, che grazie ad un’ossidazione più lenta rispetto agli altri oli da frittura, permette un migliore utilizzo in cucina.

A livello di comunicazione come vi state muovendo?
Se il 2017 è stato un anno cruciale per tornare ad essere presenti sul mercato italiano dal punto di vista commerciale, il 2018 lo è dal punto di vista di Marketing e Comunicazione. L’idea è quella di costruire un percorso (già avviato in realtà) che possa portare l’azienda ai primi posti tra le aziende che competono in questo settore, cercando innanzitutto di aumentare la conoscenza del marchio Coricelli nella testa del consumatore, tramite strumenti più classici come campagne tabellari, e tanto digital. In secondo luogo spingendo alla prova del nostro prodotto grazie al presidio periodico del punto vendita e in terzo luogo, fidelizzando i consumatori che saremo riusciti ad attrarre grazie campagne di CRM e nuovi modi di raccontare l’azienda. Questo grazie ad un continuo sviluppo di gamma e alla spinta che anche io, in prima persona sto cercando di portare, come Brand Ambassador dell’azienda, e punto di riferimento nell’imprenditoria femminile del settore oleario.

Cosa state facendo sul fronte della produzione sostenibile? Quali sono i progetti che avete in cantiere?
L’idea nell’immediato futuro è quella di lavorare principalmente sulla riduzione degli imballi di scarto dei nostri prodotti, soprattutto per quanto riguarda l’apporto di plastica. Inoltre vorremmo puntare all’efficienza dei materiali utilizzati nei packaging, come ad esempio la sostituzione delle termo capsule. La maggior parte dei nostri prodotti ad oggi sono già su bottiglia di vetro, ad eccezion fatta per i grandi formati rivolti al canale HORECA, e proprio su questi ci andremo a focalizzare, con un nuovo progetto che, siamo sicuri, ci permetterà di offrire un prodotto molto più efficace dal punto di vista dell’utilizzo e più sostenibile dal punto di vista ambientale. Ne riparleremo all’inizio del 2019.