In controtendenza rispetto ai consumi generali, calano le vendite di vino da tavola e crescono le bottiglie di fascia medio-alta. Nel 2008 gli italiani hanno acquistato meno vino in gdo, ma hanno scelto etichette tipiche da 5 euro in su.

È quanto emerge da una ricerca condotta da Iri-Infoscan per Veronafiere, presentata alla 43a edizione di Vinitaly. La crisi si fa dunque sentire anche per le vendite di vino nella grande distribuzione che, per la prima volta dal 2005, hanno infatti subito un calo a volume del 2,4%.

A flettere è soprattutto il vino da tavola (-3,6%) - da 0,75 ma anche in brick, in plastica o in grandi formati -, ma il trend non appare incoraggiante nemmeno per le bottiglie a denominazione d’origine, che si trovano in crescita zero.

Ma proprio all’interno del segmento Doc, Docg e Igt da 0,75 si segnala, da un lato, una flessione del 3,2% del vino sotto i 3 euro e, dall’altro, una forte crescita delle etichette con prezzo maggiore o uguale a cinque euro, una fascia che rappresenta il 19% del fatturato complessivo e che realizza un +19,2% a volume e un +16,4% a valore.

Il successo dei vini tipici regionali, che realizzano gran parte del loro fatturato fuori dalla Regione d’origine, è trainato da Chianti, Lambrusco, Barbera, Nero d’Avola, Vermentino, Montepulciano d’Abruzzo, Bonarda, Chardonnay, Müller Thurgau e Prosecco che si dimostrano i vini Doc, Docg e Igt più venduti in gdo.

Negroamaro, Aglianico, Traminer, Syrah, Rosso Toscana, Falanghina, Vermentino, Pignoletto, Primitivo e Fiano di Avellino sono invece le etichette “emergenti”, che nell’ultimo anno hanno registrato il tasso di crescita più vivace.