Il mercato eCommerce italiano tiene bene la crisi e, a dispetto della sfiducia generalizzata, può al contrario rivelarsi uno dei principali motori per il rilancio del nostro Paese. Crescono dell’11% gli utenti attivi online da aprile 2011 raggiungendo quota 10 milioni negli ultimi tre mesi 2012 (fonte Human Highway), cresce il fatturato, a ritmo costante, e l’export.

Ed è proprio sul gap con il resto d’Europa - in termini di alfabetizzazione digitale, acquisti online, banda larga, vendite crossborder - che le nostre imprese devono oggi misurarsi per cercare di riprendere in mano le sorti dell’economia italiana.
 
Questo è quanto si evince dall’analisi dei dati presentati la scorsa settimana a Milano da tutti i protagonisti della settima edizione del Netcomm eCommerce Forum 2012, alla presenza di circa 4000 persone tra aziende, professionisti e giornalisti, “una partecipazione che dimostra il grande interesse per il canale in questo momento di grande incertezza economica”, come sottolineato da Roberto Liscia, Presidente di Netcomm-Consorzio del Commercio Elettronico Italiano.
 
Secondo le stime, la crescita del commercio elettronico italiano per il 2012 si manterrà intorno al 18%, un valore poco distante da quello dello scorso anno, per un fatturato previsto di circa 9,5 Miliardi di euro composto per il 55% dal turismo e per il 33% dall’abbigliamento, cresce del 21% e raggiungerà a fine 2012 un valore totale di oltre 1,6 Miliardi di euro.

Nonostante questo, l’Italia è un paese che ancora importa troppo (2,8 Miliardi di euro) e che soffre un ritardo cronico nell’alfabetizzazione digitale rispetto ai cugini europei. Gli italiani che usano la rete nelle fasce d’età tra i 55 e i 74 anni sono infatti il 22%, contro una media europea del 40%; quelli tra i 25 e i 54 anni sono il 60%, contro una media del 76%; quelli tra i 16 e i 24 anni sono l’81%, contro una media del 91%, ben 10 punti percentuali in meno.