Tiene il mercato degli integratori alimentari, in un contesto generalizzato che vede una flessione delle vendite in farmacia in quasi tutti i comparti, primo fra tutti quello dell’etico. È quanto è emerso durante il convegno “Integratori alimentari: dinamiche di mercato, prospettive e strategie vincenti nei diversi canali distributivi”, svoltosi il 19 giugno scorso a Milano.

Particolarmente interessante l’intervento di Elena Rappoccio, client executive Nielsen, che ha illustrato i dati di mercato relativi al settore. Considerando nel complesso i canali farmacia, parafarmacia e gdo (Iper+Super), il mercato integratori (che vale 1.962 milioni di euro, con 142 milioni di confezioni annue vendute) negli ultimi due anni ha messo a segno un +3,3% a valore e +3,6% in termini di confezioni vendute.

Se il tasso di crescita maggiore riguarda le grandi superfici, il cui incremento è a doppia cifra (+10,9% a valore), le vendite in farmacia mettono a segno un +3% a valore (+1,8% in termini di confezioni), mentre le parafarmacie scendono di circa un punto percentuale. La farmacia resta il canale preferenziale di vendita degli integratori, con una fetta di mercato dell’87,1%. Il 7% delle vendite avviene in grande distribuzione (Iper+Super), mentre le parafarmacie detengono il 5,8%.

A farla da padrone nel settore sono i fermenti lattici, con un sell-out di circa 250 milioni di euro e un tasso di crescita del+4,6%. Al secondo posto per vendite a valore i dimagranti (106 milioni di euro) che però registrano un calo dell’8,7%. Ottime performance invece per gli integratori salini che crescono a doppia cifra (+16,8%) e per i calmanti e sonniferi (+7,9%), mentre scendono i sistemici per capelli (-7,9%) e gli antiossidanti (-6,7%).