I dati Ismea Ac Nielsen relativi al periodo 2009-2011 non lasciano spazio a dubbi: il perdurare della crisi economica, che ha costretto le famiglie italiane a riorganizzare la propria spesa alimentare, ha colpito anche i consumi di carne bovina, crollati negli ultimi tre anni del 6%.

Un trend che ha visto al contempo il ritorno – nelle macellerie e sulle tavole – dei tagli poveri, abbandonati ormai da decenni. Più di quattro italiani su dieci (43%), infatti, hanno ripreso ad acquistare tagli alternativi di carne, dal prezzo più vantaggioso, per risparmiare (35%) o – in alcuni casi – per sperimentare nuovi piatti (8%): questo è quanto emerge dal sondaggio online condotto da Coldiretti.

Nuove strategie, dunque, per i consumatori che puntano al risparmio senza rinunciare alla qualità e che riscoprono la voglia di creare nuove ricette in cucina, valorizzando – in un momento difficile come questo – i tagli minori di carne che diventano così i protagonisti di piatti appartenenti alla tradizione culinaria nazionale.

Non solo tagli pregiati, quindi, sulle tavole degli italiani che cercano di combattere la crisi scoprendo nuovi sapori e ingegnandosi ai fornelli con i tagli di carne più poveri, da quelli di bovino (tra cui il collo per preparare, ad esempio, bolliti, brodi e arrosti e il campanello, ottimo per cucinare bistecche alla brace, stracotti e stufati) a quelli di maiale (come la cotenna per insaporire sughi e minestre e le costine alla griglia) e di pollo (tra cui le zampe, il collo e le ali, usati per la preparazione di brodi e le frattaglie).