AssoBio: accendiamo una lampadina sul futuro del biologico
AssoBio: accendiamo una lampadina sul futuro del biologico
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“Per assicurare un futuro prospero alla filiera del biologico e garantire al consumatore un prodotto sano e sicuro, dobbiamo salvaguardare prima di tutto gli agricoltori”.
È questo il concetto chiave che Roberto Zanoni, presidente di Assobio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali, ha voluto sottolineare al convegno “BIO: il prezzo è giusto?” tenutosi lo scorso 16 gennaio a MarcabyBolognafiere.
Come è emerso dall’incontro, riconoscere il prezzo giusto ai prodotti biologici é un’operazione che richiede ai soggetti acquirenti - buyer delle aziende di produzione che comprano le materie prime (ortofrutta, grano, pomodoro, latte) o buyer della GDO - un contributo fondamentale. “Vogliamo che durante l’atto dell’acquisto si accenda nella testa del buyer una lampadina che gli faccia immediatamente sorgere un dubbio in merito al prezzo di acquisto se quest’ultimo è troppo basso” afferma Zanoni.
In base ai dati Istat negli ultimi 27 anni il numero delle aziende agricole italiane è diminuito fortemente, il 62% ha chiuso ed è importante interrogarsi sulle motivazioni che spingono gli agricoltori italiani a smettere di fare gli agricoltori. Assobio ha finanziato questo studio proprio per impedire che ciò avvenga anche nel mondo del biologico.
“Il fatto che AssoBio abbia finanziato questo studio potrebbe sembrare atipico in quanto i suoi consociati (produttori e i distributori) dovrebbero poter comprare al prezzo più basso per essere competitivi. AssoBio crede, invece, che sia importante che l’azienda agricola abbia il giusto compenso affinchè i valori del biologico siano rispettati da tutta la filiera” aggiunge Roberto Zanoni.
Se l’obiettivo è quello di corrispondere il prezzo giusto all’agricoltore biologico, la proposta di AssoBio comprende l’”istituzione di una Commissione unica nazionale che lavori su una filiera trasparente e correttamente tracciata in relazione alle zone di produzione per evidenziare i costi reali dei processi. Un lavoro da portare avanti assieme alle organizzazioni professionali e di concerto con il mondo dell’agricoltura convenzionale”.
Il progetto sul ‘prezzo equo’ sarà presentato al MIPAAF, alle associazioni di categoria, agli enti certificatori, a tutti i soggetti interessati. L’intento è quello di creare un percorso condiviso e sinergico a sostegno di tutte le aziende biologiche che lavorano in modo serio. Il fine è quello di dare agli agricoltori biologici prospettive di sviluppo e incentivare gli agricoltori convenzionali alla conversione al biologico, raggiungendo così anche l’obiettivo di proteggere e/o rigenerare porzioni di suolo asfittico, in nome di una sostenibilità ambientale che giovi trasversalmente all’intero comparto e rappresenti una speranza di sostenibilità anche economica per tutta l’agricoltura italiana.
AssoBio ha incaricato e supportato FederBio Servizi nell’analisi delle linee tecniche di coltivazione e allevamento e dei costi di produzione nei diversi territori, a partire dalle produzioni più diffuse.
La tracciabilità rappresenta un altro degli strumenti principali per garantire un futuro da protagonista al biologico. Esso prevede un patto di coerenza tra tutti gli attori della filiera: dalle aziende agricole ai distributori di alimenti e servizi, fino al consumatore finale, tramite una piattaforma di tracciabilità che dovrà essere validata dal Ministero e dove tutti saranno obbligati a inserire i passaggi dell’intero processo produttivo.
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