di Luca Salomone

Crescono del 13%, nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023, i ricavi consolidati di Lavazza, toccando 3,1 miliardi di euro.

Al risultato ha contribuito l’acquisizione della francese MaxiCoffee, società da circa 300 milioni di fatturato, rivolta sia ai privati, sia agli esercizi commerciali. Tramite la sua piattaforma e-commerce e una rete di 60 punti vendita, l’azienda offre una varietà di 8 mila prodotti, per oltre 350 marchi differenti di caffè e un’ampia gamma di macchine, caffettiere, macinacaffè e accessori.

Sempre più forte all'estero

L’operazione, annuncia alla fine del 2022 e perfezionata nel 2023, ha potenziato la presenza internazionale del gruppo piemontese, che ha dimostrato una stabile e continua crescita sia nel canale domestico, sia nel fuori casa, con un picco del 28% proprio nel commercio elettronico.

A livello geografico, dove raggiunge oltre 140 nazioni nei 5 continenti, molto spesso con presenze dirette, e dove sviluppa il 73% del suo fatturato, Lavazza ha registrato incrementi a valore nel retail in tutti i mercati, in particolare negli Stati Uniti (+9,8%), in Polonia (+21%) e in UK (+8,6%). Ma anche Italia e Francia (i mercati più rilevanti) si sono dimostrati in positivo, con un +6,3 e +5,8 per cento rispettivamente.

Nel 2023 il gruppo ha affrontato sfide significative: l’anno è stato contrassegnato, come del resto il 2022, da costi in aumento del caffè crudo, soprattutto per la Robusta, che nel corso dell’esercizio, ha toccato i massimi, sfiorando 3.200 dollari a tonnellata, un livello di quotazione record e che rimane, anche oggi, estremamente alto.

Prezzi sotto controllo

L’inflazione ha avuto un impatto significativo sui volumi, con il mercato del caffè che, nel periodo gennaio-dicembre 2023, ha registrato una contrazione di circa il 3 per cento.

Lavazza, comunque, ha mantenuto una strategia di prezzi accessibili, per garantire una penetrazione costante e preservare la sua base clienti. Questo ha portato, da una parte, all’erosione della marginalità e, dall’altra, a un miglioramento della performance sia a valore, sia a volume, rispetto alla media del settore, il che ha permesso di incrementare la quota dello 0,3 per cento.

L’Ebitda consolidato, 263 milioni, ha mostrato una contrazione, rispetto a 309 milioni del 2022, con un livello pari all’8,6% in confronto all’11,4 precedente e questo proprio a causa della strategia di contenimento dei listini.

L’Ebit si è attestato a 97 milioni, in decrescita rispetto ai 160 dell’esercizio 2022. Anche l’utile netto è arretrato, passando, in un anno, da 95 a 68 milioni.

La posizione finanziaria netta, a fine 2023, era negativa per 292 milioni, riflettendo le operazioni straordinarie e, in particolare, l'acquisizione francese, completata nell’esercizio.

Mol più alto nel 2024

«Nel 2024, stiamo lavorando per affrontare le difficoltà attuali e anticipare un ritorno a condizioni più favorevoli, con l'obiettivo principale del recupero del margine operativo lordo – spiega Antonio Baravalle, Ceo di Gruppo Lavazza -. Contribuiranno, al raggiungimento del risultato, i sacrifici compiuti negli anni precedenti, la solida base di consumatori e clienti e la continua focalizzazione sulla gestione finanziaria e operativa».

E prosegue: «Sempre con uno sguardo al futuro, abbiamo deciso di dedicare, ancora una volta, alle nostre persone, un’attenzione particolare, come dimostra, fra le altre cose, l’importante e diffusa revisione salariale del 2023, in risposta all'inflazione, e l’erogazione di una media di oltre 3 mila euro come premio di produzione per obiettivi verso i nostri collaboratori in Italia».

Per segmento, anche nel 2023, è proseguita la crescita del prodotto in grani, che si dimostra il più dinamico: prendendo in considerazione le 15 principali geografie in cui opera il gruppo, esso fa segnare un incremento in volume del 6,6%, rispetto al 2022, e il colosso piemontese ha guadagnato quota di mercato, grazie a una crescita del 9,1% in valore sul 2022.

Nel mercato delle capsule, grazie al completamento del lancio della rinnovata gamma di prodotti NCC1, quelli di più alto livello, il gruppo ha incassato un incremento, sempre a valore, del 15,3%, in confronto a un mercato che, invece, che è salito solo del 3 per cento.