di Luca Salomone

Esercizio positivo per Gruppo Bonduelle. La multinazionale francese, nonché B corp, con 170 anni di vita, controllata dall’omonima famiglia fondatrice e attiva in un centinaio di Paesi, fra i quali l’Italia, chiude l’esercizio 2022-2023 (al 30 giugno) con un fatturato mondiale di 2 miliardi e 406,2 milioni di euro, in crescita del 9,2% a valori correnti e del 5% al netto degli effetti valutari e delle variazioni di perimetro. Le oscillazioni monetarie, in particolare, hanno restituito un effetto positivo del 4,2 per cento, grazie all’apprezzamento del dollaro americano e del rublo.

L'importanza della diversificazione

La redditività operativa corrente, ovvero la capacità di generare profitti, è in aumento organico del 26,9 per cento, mentre il margine operativo si attesta al 2,7 per cento, superando le previsioni.

Secondo Xavier Unkovic, neo direttore generale, «in un ambiente competitivo ancora dominato da un’inflazione generalizzata e da forti tensioni geopolitiche in alcune aree del mondo, la diversificazione di processo (lunga conservazione, dunque scatolame e surgelati, freschi e food service), la presenza produttiva nei principali contesti geografici, la copertura dei due maggiori canali (Gdo e fuori casa) e un portafoglio composto sia da marchi proprietari, sia da private label, hanno consentito di mantenere un livello di redditività più che soddisfacente».

Europa in testa

In particolare, lo scacchiere europeo, nell’esercizio chiuso a giugno di quest’anno, ha conservato la leadership, generando il 62,7 per cento del giro d’affari, con una progressione di oltre 11 punti, sia a valori correnti, sia a dati costanti.

Ragionando in termini di prodotto, sono i conservati ad archiviare i trend meno brillanti, però in un mercato generalmente in flessione e senza impattare sulla quota di mercato.

Crescono soprattutto gli alimenti surgelati, specie nei segmenti a maggiore innovazione e per i beni destinati all’Horeca, canale, notoriamente, in netta risalita.

In positivo, poi, il fresco destinato alla Gdo, che, pure sensibile alla dinamiche inflattive, mette a segno una solida performance in valore. Ad affiancarlo il fresco per il food service.

Anche nei freschi a premiare Bonduelle sono soprattutto le proposte a maggiore contenuto di servizio, come i piatti pronti e le insalate elaborate. Indietreggia, invece, la quarta gamma.

Le esportazioni del gruppo, sebbene impattate – come detto – da un generale clima di rincari e da turbative geopolitiche – continua a essere un importante obiettivo di sviluppo: un esempio è l’avvio della commercializzazione dei surgelati Bonduelle sul mercato israeliano.

Riorganizzazione oltre oceano

La multinazionale, con sede centrale Villeneuve d’Asc (Alta Francia), ha annunciato, in febbraio, una riorganizzazione dell’attività negli Usa, sottolineata, in maggio, dalla nomina a direttore generale di Xavier Unkovich, che è un fine conoscitore del mercato nordamericano.

Negli States la produzione è in via di ‘concentrazione’: le attività insediate a Florence (New Jersey) sono in fase di trasferimento e accorpamento nel sito di Swedesboro (New Jersey), per conseguire una maggiore efficienza e abbattere i costi fissi. L’operazione dovrebbe concludersi entro il primo semestre dell’esercizio 2023-2024.

E ancora: il 6 febbraio 2023 Bonduelle ha firmato, con le banche erogatrici, francesi e americane, a suo tempo coordinate da Crédit agricole nord de France, in veste di agente, la modifica di un credito revolvig sindacato di 400 milioni di euro, che sarà esteso di due anni, in due tranches da un anno ciascuna, garantendo così una fonte di finanziamento essenziale per ammortizzare gli effetti della stagionalità della domanda.

Dieci milioni per l'Italia

Le previsioni per il prossimo bilancio (23/24) sono buone: il Cda pronostica una variazione di fatturato di circa 5 punti, per salire a 2.530 milioni di euro e un margine operativo superiore ai 3 punti, che vuol dire una redditività operativa corrente compresa fra 70 e 80 milioni di euro.

E l’Italia? L’Italia, che genera, secondo Report aziende Consodata 194,4 milioni di fatturato (erano 183,5 nel 2021) è indubbiamente importante per il gruppo. In maggio, come riportato dal Sole 24 Ore, è stato annunciato un investimento triennale di 10 milioni di euro diretto a rafforzare il livello di automazione dei due impianti di San Paolo d’Argon (Bergamo), che è anche il principale polo continentale della IV gamma, e di Battipaglia, nel salernitano.