In attesa che la giovane si faccia le ossa toccherà dunque a Isla Alvarez de Tejera, con precedenti esperienze al vertice di imprese come Altadis (tabacchi), nel Banco Popular e al ministero dell’economia nella prima fase del governo di José Maria Aznar, consolidare e sviluppare la presenza di Inditex nel mondo. È del resto attribuito sostanzialmente a lui il merito di aver diffuso in particolare nei paesi emergenti del Far East le insegne del gruppo spagnolo che oltre a Zara e alla declinazione in Zara Home possiede anche Massimo Dutti, Stradivarius, Oysho, Uterque, Pull & Bear e Bershka.
Inditex è valutata attualmente 26 miliardi di euro, gli ultimi dati sul fatturato ne evidenziano una crescita del 14% e un margine netto in salita del 42%. Il modello di business è simile a quello inventato da Benetton e applicato pure dagli svedesi di H&M (che però puntano tutto su un solo marchio): progettare, produrre e vendere da sé. Inditex ha portato tutto alla massima potenza, superando la concorrenza, diversificando la proposta un po’ a tutte le fasce d’età e gli stili d’abbigliamento. Non solo casual dunque ma anche abiti completi, cravatte regimental e accessori di ogni genere.