Sembra appoggiata dagli analisti economici la scelta di Amancio Ortega, fondatore e patron di Zara, 75 anni a marzo, di affidare a Pablo Isla, 47 anni, con lui dal 2005, la presidenza della holding di famiglia Inditex che nei primi nove mesi del 2010 ha fatturato 8.866 milioni di euro. Abilissimo nell’applicare la formula chic and cheap, Ortega ha una figlia, Marta, di soli 26 anni, che ha voluto iniziare a lavorare in azienda dalla gavetta, facendo anche la commessa in alcuni punti vendita di Londra, Barcellona e Shanghai.

In attesa che la giovane si faccia le ossa toccherà dunque a Isla Alvarez de Tejera, con precedenti esperienze al vertice di imprese come Altadis (tabacchi), nel Banco Popular e al ministero dell’economia nella prima fase del governo di José Maria Aznar, consolidare e sviluppare la presenza di Inditex nel mondo. È del resto attribuito sostanzialmente a lui il merito di aver diffuso in particolare nei paesi emergenti del Far East le insegne del gruppo spagnolo che oltre a Zara e alla declinazione in Zara Home possiede anche Massimo Dutti, Stradivarius, Oysho, Uterque, Pull & Bear e Bershka.

Inditex è valutata attualmente 26 miliardi di euro, gli ultimi dati sul fatturato ne evidenziano una crescita del 14% e un margine netto in salita del 42%. Il modello di business è simile a quello inventato da Benetton e applicato pure dagli svedesi di H&M (che però puntano tutto su un solo marchio): progettare, produrre e vendere da sé. Inditex ha portato tutto alla massima potenza, superando la concorrenza, diversificando la proposta un po’ a tutte le fasce d’età e gli stili d’abbigliamento. Non solo casual dunque ma anche abiti completi, cravatte regimental e accessori di ogni genere.