Pare proprio destinata a chiudersi la collaborazione iniziata nel 1998 tra Starbucks e Kraft . Rivisto e confermato nel 2004, l'accordo non avrebbe scadenza e attribuisce a Kraft il compito di distribuire e promuovere nel canale alimentare le vendite dei prodotti a marchio Starbucks (nella foto una delle sue miscele di caffè top) versando alla catena di locali pubblici una royalty concordata sull’andamento dei ricavi.

La joint venture ha prodotto vantaggi notevoli per Starbucks che ha visto crescere i ricavi da 50 milioni di dollari nel 1998 a 500 milioni nel 2009. Ciò nonostante, complice la crisi che i suoi punti vendita stanno affrontando soprattutto negli Stati Uniti, ha chiaramente manifestato l’intenzione di porre fine alla partnership. Il suo obiettivo sembra essere quello di ottenere giungere a un controllo diretto delle vendite dei prodotti a marchio, essenzialmente caffè, ritenendone molto alto il potenziale di crescita. Ci sarebbe in sostanza questo orientamento dietro le accuse d’infrazione rivolte a Kraft circa il rispetto dell’accordo.

È datata 5 ottobre 2010 la prima lettera ricevuta da Kraft che contiene contestazioni circa la vendita del caffè confezionato con il logo Starbucks. Quest’ultima accusa il partner di non aver rispettato i termini dell'accordo e di non essere stata coinvolta nei piani di vendita e negli incontri con i venditori.

Il 5 novembre è giunta una seconda lettera che accusa Kraft di non aver posto rimedio ai presunti comportamenti scorretti e che indica marzo come periodo conclusivo dell’accordo. Nel caso in cui le accuse dovessero rivelarsi fondate e la collaborazione dovesse effettivamente cessare, Starbucks potrebbe dunque rilevare da Kraft il business dei prodotti confezionati, ma sul valore della transazione ci sarà certamente da discutere. Starbucks, con sede a Seattle, è attualmente presente in 55 Paesi con quasi 17.000 punti di vendita.