La joint venture ha prodotto vantaggi notevoli per Starbucks che ha visto crescere i ricavi da 50 milioni di dollari nel 1998 a 500 milioni nel 2009. Ciò nonostante, complice la crisi che i suoi punti vendita stanno affrontando soprattutto negli Stati Uniti, ha chiaramente manifestato l’intenzione di porre fine alla partnership. Il suo obiettivo sembra essere quello di ottenere giungere a un controllo diretto delle vendite dei prodotti a marchio, essenzialmente caffè, ritenendone molto alto il potenziale di crescita. Ci sarebbe in sostanza questo orientamento dietro le accuse d’infrazione rivolte a Kraft circa il rispetto dell’accordo.
È datata 5 ottobre 2010 la prima lettera ricevuta da Kraft che contiene contestazioni circa la vendita del caffè confezionato con il logo Starbucks. Quest’ultima accusa il partner di non aver rispettato i termini dell'accordo e di non essere stata coinvolta nei piani di vendita e negli incontri con i venditori.
Il 5 novembre è giunta una seconda lettera che accusa Kraft di non aver posto rimedio ai presunti comportamenti scorretti e che indica marzo come periodo conclusivo dell’accordo. Nel caso in cui le accuse dovessero rivelarsi fondate e la collaborazione dovesse effettivamente cessare, Starbucks potrebbe dunque rilevare da Kraft il business dei prodotti confezionati, ma sul valore della transazione ci sarà certamente da discutere. Starbucks, con sede a Seattle, è attualmente presente in 55 Paesi con quasi 17.000 punti di vendita.