Marc Bolland, chief executive di Marks & Spencer, ritiene che nel medio periodo occorra sì cambiare il rapporto con il consumatore e la strategia di mercato, ma procedendo con cautela: “Evoluzione, non rivoluzione”, ha sintetizzato nel presentare i risultati del primo semestre. Dati che indicano un aumento delle vendite del 5,4% a quota 4,57 miliardi di sterline equivalenti a circa 5,3 miliardi di euro, con un +17% dell’utile prima delle imposte, pari a 348,6 milioni di sterline (403 milioni di euro).

Nel solo Regno Unito la performance degli incassi è stata del +5,6% con una brillante crescita nel settore abbigliamento a +7,3%. "Siamo ottimisti - afferma Bolland - e da qui al 2013 intendiamo focalizzare la nostra attenzione sul mercato domestico, in maniera tale che entro questo periodo il 95% del pubblico si trovi a non più di 30 minuti d’auto da un nostro punto vendita. Un altro obiettivo che intendiamo perseguire con forza è la trasformazione dei nostri brand minori in marchi veri e propri".

Non per questo M&S intende trascurare lo sviluppo fuori dai confini nazionali. Nei 337 punti vendita dell’insegna presenti in 41 aree il fatturato è salito del 3,8% nei primi sei mesi del 2010, toccando quota 462 milioni di sterline. Lo sguardo degli azionisti è puntato soprattutto sull'Europa centrale e dell'Est, in particolare su Cechia, Estonia, Polonia, Russia e Ucraina.

Per quanto riguarda l’Oriente, in India la catena ha stabilito una joint venture per lo sviluppo con Reliance Retail, mentre in Cina è stato già aperto un secondo negozio a Shanghai in attesa di inaugurare il terzo a dicembre.