La crisi mondiale spinge le aziende che hanno accumulato liquidità a investire perché i tassi d’interesse ai minimi storici non spingono certo a tener congelate le ricchezze messe da parte. Lo afferma Thomson Reuters a conclusione della sua indagine Merger and acquisition 2010 che rileva un crescente interesse da parte degli imprenditori a operazioni di questo genere effettuate proprio in cerca di alternative finanziarie.

Dall’analisi M&A di Thomson emerge un aumento del 19% a livello mondiale di operazioni per un valore passato dai 1.892 miliardi di dollari del 2009 ai 2.247 miliardi del 2010. La tendenza alla crescita si sarebbe tuttavia attenuata nel quarto trimestre dell’anno in corso, scendendo all’11%, percentuale identica a quella registrata nel 2008, osserva Thomson invitando evidentemente a moderare eccessivi entusiasmi.

Il Nord America si conferma il mercato privilegiato per le operazioni di M&A con il 34% del totale, seguono l’Europa con il 26% e l’Asia con il 19%. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, la crescita si è però limitata al 5% toccando un volume di 589 miliardi di dollari, il dato peggiore degli ultimi sette anni.