Assocamerestero, l’associazione delle 78 Camere di commercio italiane all’estero, ha presentato i primi risultati dell’attività svolta dal progetto ‘True italian taste’.

L’iniziativa, che ha lo scopo di ampliare la diffusione e la conoscenza del vero made in Italy, nei 18 mesi iniziali ha comportato 1.500 incontri con 600 imprese nazionali oltre confine e con 65 buyer. Sono stati coinvolti anche 3.000 influencer e più di 450.000 appassionati ed esperti di cibo in 90 eventi.

Più in dettaglio i destinatari delle azioni sono tutti gli addetti dellla filiera, come gli importatori, i distributori, i proprietari di ristoranti italiani, i responsabili degli acquisti di alberghi e negozi specializzati, i principali chef e food blogger, i giornalisti di settore, i nutrizionisti e i testimonial.

La campagna, che dal lato della formazione ha coinvolto, nella prima tranche, circa 900 partecipanti, è partita nel 2016 su 9 piazze americane: Chicago, Houston, Los Angeles, Miami, New York, Montréal, Toronto, Vancouver e Città del Messico. Si sono aggiunte, nel 2017, 12 grandi città europee, ossia Barcellona, Madrid, Londra, Francoforte, Monaco, Bruxelles, Lussemburgo, Amsterdam, Lione, Marsiglia, Nizza e Zurigo.

Nel 2018 il progetto prevede altri 90 eventi, 15 lezioni impartite da esperti, 5 ‘incoming business’ e 2 appuntamenti educativi per influencer. Inoltre proprio da quest’anno l’iniziativa si aprirà all’Asia, raggiungendo Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Singapore, Thailandia e Vietnam.

“True Italian Taste si sta svolgendo oggi sulle 18 principali destinazioni del nostro export agroalimentare, coinvolgendo 21 Camere di commercio - spiega Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero –. Per la nostra rete è una sfida importante, che permette di collegare il mondo delle imprese con gli appassionati di cibo, in modo che le scelte dei consumatori si orientino sul vero made in Italy, sia nel cibo sia nel vino”.

In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono, secondo Assocamerestero, i formaggi a denominazione di origine, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago e la Fontina. Poi i salumi più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, seguiti da paste, sughi, prodotti da forno, oli, vini e biscotti.

Da ricordare anche che l’Italia può contare su 818 indicazioni geografiche registrate a livello europeo, che rappresentano 15 miliardi di valore produttivo e che, oltre confine, si traducono in 8,4 miliardi di fatturato.

A livello nazionale l’export agroalimentare 2017 ha toccato per la prima volta 41 miliardi di euro, con un incremento del 7% rispetto allo scorso anno.

Vai al sito di 'True italian taste'