La maggior parte delle persone pensa al lavoro in termini di stress, fatica, routine. Il dipendente viene spesso considerato poco più di un servo, mentre l’impresa è vista come una combriccola di furfanti dedita a perseguire profitti. Abbiamo poi il manager, a cui si guarda come a una sorta di nuovo schiavista. In pratica, saremmo tutti delle pedine che, sorvegliate da temibili guardiani, lavorano ogni giorno faticosamente al servizio di una gang.

Molti di noi lo percepiscono e ne sono testimoni, ma non sanno esattamente il perché di questo cambiamento e quale impatto avrà sulla nostra vita. Con sempre maggiore frequenza sentiamo dire che i dipendenti lavorano in un modo nuovo, che i manager stanno superando approcci obsoleti e che le aziende devono cambiare il proprio modus operandi. Ma quali sono esattamente i cambiamenti che le persone stanno introducendo nel mondo del lavoro? È possibile individuare alcune delle pratiche manageriali superate ma ancora in uso e le caratteristiche dei nuovi approcci? Se le organizzazioni stanno ripensando il modo in cui sono concepite e operano, quali sono le nuove idee che stanno seguendo?

Il futuro del lavoro di Jacob Morgan, edito da Franco Angeli, è un’importante bussola che può aiutare a orientarsi in questo contesto in continua evoluzione. Non discute di prospettive lontane, ma si concentra su quanto può realizzarsi già nei prossimi tre-sei anni. Con le nuove tecnologie a nostra disposizione e la velocità dei nuovi mezzi di comunicazione dobbiamo attenderci che le cose cambino molto rapidamente.