Seppure in un contesto ancora debole il florovivaismo in Italia ha saputo cogliere nel 2010 gli stimoli provenienti dalla domanda internazionale, giocando con successo la carta dell’export. Qualche ulteriore difficoltà è emersa invece sul mercato interno, per un settore che sta ancora accusando i condizionamenti determinati da un inasprimento dei costi di produzione. È la fotografia che emerge da un’analisi Ismea diffusa oggi a Milano in occasione della Conferenza stampa di presentazione di Euroflora.
Il caro-greggio e la mancata proroga dell’esenzione dell’accisa per le coltivazioni sotto serra hanno scoraggiato gli investimenti interni. La domanda estera, invece, ha attivato esportazioni per 643 milioni di euro (+8,7% rispetto al 2009), dopo la deludente performance del 2009 (-9% rispetto al 2008). Si rilevano in particolare crescite a due cifre per piante da interno (+18%), alberi e arbusti ( +16,7%) e fiori recisi (+13,5%). L’anno appena trascorso ha fatto anche segnare una ripresa delle importazioni di circa l’11%. La bilancia commerciale ha comunque confermato sostanzialmente il saldo attivo dell’anno precedente, chiudendo il 2010 con un surplus di 117 milioni di euro.
La spesa della famiglie italiane per l’acquisto di fiori e piante si è intanto attestata, nel 2010, a 2,17 miliardi di euro - secondo le stime Ismea - accusando una contrazione del 2% su base annua. Un andamento che, seppure negativo, appare comunque meno accentuato rispetto a quello del 2009 (-4%).
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