Le agevolazioni comunitarie all’estirpazione di vigneti, decise in seguito alla continua riduzione della domanda di vino in Europa, continua ad avere effetto anche se a un ritmo inferiore agli anni scorsi. Alla fine di quest’anno la superficie vitata dovrebbe essersi ridotta di 175mila ettari rispetto al 2008.
A rendere noti i dati è l’Organizzazione internazionale del vino secondo la quale la riduzione dei vigneti continua a colpire sostanzialmente il Vecchio Continente e in particolare la Spagna (-2,8% sul 2009) e l’Italia (-1,7%) considerando che la Francia aveva già ridotto la sua potenzialità produttiva diversi anni fa, in occasione della prima campagna Ue di stimolo all’estirpazione.
I vigneti extracomunitari risultano praticamente stabili nonostante quelli cileni continuino a crescere a un ritmo moderato. Diminuiscono, infatti, i vigneti turchi e sudafricani. È soprattutto importante notare che, dopo quasi due decenni di crescita, il potenziale di produzione dell'Australia si riduce di 6mila ha. Complessivamente quindi, nel 2010, al di fuori dell'Ue, i vigneti avrebbero raggiunto quota 3,9 milioni di ha. Di conseguenza la superficie viticola mondiale diminuirebbe nuovamente tra il 2009 e il 2010 di 65mila ha (-0,9%) per attestarsi a poco oltre 7,5 milioni di ha.
Per quanto riguarda la produzione, quella del 2010, come quelle 2007 e 2008, è una tra le più scarse produzioni di vino degli ultimi 15 anni. Nella Ue non raggiungerebbe i 153 milioni di hl (contro 162,9 nel 2009). Rispetto alla produzione 2009, le evoluzioni quantitativamente sensibili si sono registrate in Germania, Italia, Austria e Romania (rispettivamente -2,0, -2,6, -0,6 e -1,7 milioni di hl) mentre in Spagna e Francia la riduzione è leggermente meno sensibile (rispettivamente -1,2 e -1,4 milioni di hl). Solo il Portogallo vede crescere la sua produzione di circa 0,9 milioni di hl.
Influenzato soprattutto dalla crisi economica mondiale, il consumo complessivo nei primi 15 paesi dell'Ue aveva registrato, nel 2008 e 2009, una regressione particolarmente marcata che aveva già iniziato a manifestarsi a partire dalla seconda metà del 2008. L'anno 2010 sembra segnare una battuta di arresto di questa evoluzione che era tendenzialmente regressiva. I paesi tradizionalmente produttori e consumatori hanno visto il loro consumo per il 2010 stabilizzarsi sul livello del 2009. A una prima stima, il consumo nei primi 15 paesi dell'Ue si ridurrebbe di soli 0,2 milioni di hl nel 2010, attestandosi a 119,6 contro i 119,8 nel 2009, 125,7 nel 2008 e 128,3 nel 2007.
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