Un dopopasto da intenditori
La Grappa Nonino Vendemmia Riserva di Annata 2006 invecchiata in barrique di Limousin ed ex Sherry senza aggiunta di aromi e caramello.
Benché quasi tutti i distillati godano di un retaggio storico e tradizionale, sul mercato hanno un’immagine molto variegata in base alla diverse tipologia e occasioni di consumo.
“Da una parte, prodotti caratterizzati da un’elevata mixability come rhum e vodka - specifica Cesare Mazzetti, presidente dell’Istituto Nazionale Grappa - hanno oggi assunto caratteristiche di consumo di massa e giovanile, senza dare troppo peso alla qualità dei singoli prodotti. Mentre dall’altra parte, grappa e cognac sono diretti a un pubblico maturo, che non li utilizza miscelandoli ma li sorseggia, con un’attenzione particolare agli aspetti sensoriali e qualitativi”.
Nel caso specifico della grappa, la scarsa miscelabilità la rende sì poco adatta a divenire ingrediente per i cocktail, riducendone drasticamente il consumo, ma al tempo stesso questa caratteristica diventa un punto di forza in quanto seleziona il consumatore e ne sviluppa l’attenzione verso gli aspetti qualitativi, rendendo il consumo più stabile e meno soggetto alle mode. “Inoltre se la grappa è di qualità e distillata con il metodo discontinuo - conferma Antonella Nonino, responsabile relazioni esterne di Nonino - è un prodotto straordinario che avvicina i gusti più diversi.
Si va da quella tradizionale, elegante e persistente, a quelle aromatiche di Monovitigno come il Moscato o il Fragolino, fino alla grappa Riserva invecchiata in barrique di legni diversi che ben si accompagna alla cioccolata e al foie gras: il consumatore può quindi scegliere secondo il gusto personale e l’abbinamento con i cibi”. Molte aziende stanno proprio puntando su queste caratteristiche, cercando di focalizzare l’attenzione del consumatore sugli aspetti qualitativi del prodotto, come digestivo da assumersi in famiglia o tra amici. D’altra parte è innegabile la forte evoluzione che ha investito negli ultimi anni il fronte dei consumi, con una netta una “virata” verso prodotti di qualità.
Si beve di meno e meglio e il trend appare infatti stabile per i distillati fortemente radicati nel territorio - che trasmettono sicurezza, qualità e genuinità al consumatore - ma in calo per i prodotti da primo prezzo. “In particolare - fa notare Sebastiano Caffo - le attuali grappe morbide e le acquaviti d’uva hanno sostituito in gran parte i consumi di brandy e distillati esteri”.