Non è andata a buon fine la proposta dell’assessore regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani di liberalizzare gli orari e le aperture domenicali degli esercizi commerciali. br />
Nicoli aveva chiesto, in primo luogo, d’incrementare le aperture nelle domeniche e nei giorni festivi di quei negozi con sede in distretti commerciali, per contrastare la concorrenza degli outlet confinanti e rilanciare lo shopping nelle vie dei centri storici. Quindi aveva ipotizzato che la concessione delle deroghe sugli orari di apertura fosse affidata a organizzazioni imprenditoriali e amministrazioni pubbliche, senza coinvolgere organizzazioni dei consumatori e sindacati.
Questi ultimi si sono da subito opposti alla proposta riscontrando che le aperture domenicali non creano nuova occupazione ma semmai costringo a lavorare di più.
Contrari anche i commercianti e le associazioni di categoria secondo le quali la contrazione della capacità di spesa dei cittadini non si deve combattere prolungando gli orari e con le aperture domenicali. Queste soluzioni porterebbero a diluire gli stessi acquisti su più giorni senza però aumentarli.
Dopo le bocciature alle proposte di Nicoli la giunta regionale ha tolto dal pdl 375 - in materia di attività commerciali – qualsiasi riferimento alla liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali che rimangono le stesse di prima: 21 comprese le quattro di dicembre.
Il solo cambiamento introdotto dalla proposta di legge vede le aperture fisse domenicali scendere da 14 a 12 e salire da 3 a 5 quelle in date variabili.
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