di Claudia Scorza

A tre anni dalla nascita, Redea, l’innovativa cassa riutilizzabile a sponde abbattibili, ha sostituito al 100%, con un complesso processo di rigranulazione, le oltre 16 milioni di casse precedenti.

Un percorso attuato da Cpr System per portare alto contenuto tecnologico e di design nel suo modello unico di Rcs – Reusable Crate System, che si caratterizza per efficienza e sostenibilità, contribuendo alla limitazione dell’immissione dei rifiuti nell’ambiente grazie al riutilizzo.

Il processo di sviluppo continua ora grazie al progetto Tracing, che prende avvio proprio sulla base delle caratteristiche smart della cassa Redea. Redea è infatti l’unica cassa oggi sul mercato dotata di etichetta Smart-Label, composta da codice a barre 1D e 2D, oltre che di un tag Rfid.

Grazie a questa tecnologia, Cpr System è in grado di acquisire informazioni sia attraverso l’utilizzo di strumenti portatili (lettori bar-code e Tag), sia attraverso l’installazione di Gate Rfid. Le casse sono dotate di due tag Rfid che differiscono tra loro per una cifra. Questa soluzione fa eseguire al software gestionale un accoppiamento che garantisce la tracciabilità corretta dell’imballo anche in caso di lettura di uno solo dei due tag.

Nei settori della logistica e del trasporto è molto sentita da tempo l’esigenza di gestire con assoluta sicurezza e precisione le singole fasi di processo, al fine di raggiungere una sempre maggiore efficienza organizzativa.

Così facendo, Cpr System avvia con il progetto Tracing un processo di innovazione e sviluppo tecnologico che va a rafforzare la supply chain nel settore ortofrutta per creare valore per ogni componente del circuito, stabilendo e consolidando un’importante connessione tra tutti gli attori, con lo scopo di condividere informazioni importanti e utili per la crescita.

«Credo che l’utilizzo dell’innovazione digitale, contenuta sia in Redea che nel pallet Noè, sia determinante per il futuro», dichiara Monica Artosi, direttrice generale di Cpr System. «I benefici sono molteplici e molto pragmatici. Prima di tutto il patrimonio di dati in cloud che sarà reso disponibile per i soci permetterà di migliorare la supply chain di ciascuno. Penso anche alla tracciabilità legislativa degli imballaggi Moca (materiali destinati al contatto con alimenti) o ancora all’ottimizzazione della qualità igienica degli imballaggi utilizzando i dati statistici come criterio di scelta per il lavaggio o meno degli stessi. Inoltre – prosegue Monica Artosi – miglioreranno i controlli sulle perdite, individueremo flussi non tracciati, ridurremo il margine d’errore perfezionando, al tempo stesso, le tempistiche di gestione. Si tratta di processi meno complessi di quanto possano apparire e che porteranno certamente a una semplificazione dell’elaborazione dei dati di movimentazione».

Il progetto Tracing è in fase di attuazione e sarà attivato un primo test sul Centro di lavaggio di Gallo entro il 2025.