Garantire alla filiera bieticolo-saccarifera un futuro attraverso la sua integrazione sinergica con quella agro-energetica. La radicale ristrutturazione dell’assetto produttivo dell’industria saccarifera europea e le mutate condizioni del mercato mondiale dello zucchero, hanno imposto una riorganizzazione dei processi industriali di produzione, in funzione delle esigenze di contenimento dei costi energetici e di maggior efficienza nella trasformazione della materia prima. È per questo che la garanzia della continuità dell’industria saccarifera è strettamente correlata con la salvaguardia e la differenziazione della filiera agricola.


Eridania Sadam, sub-holding del Gruppo Maccaferri, detentrice dello zuccherificio di San Quirico (Parma), per rispondere a questo imperativo, ha avviato un complesso piano di modernizzazione del sito industriale emiliano, il quale è stato trasformato in polo multifunzionale per la produzione di zucchero e di energia.

L’avvio, nel 2011, di una centrale per la produzione di biogas, del costo di 5 milioni di euro, alimentata con polpe, colletti e foglie delle barbabietole da zucchero (co-prodotti della lavorazione saccarifera) e di un sistema fotovoltaico che ha richiesto un investimento di 14 milioni, ha rappresentato un passo fondamentale verso il completamento del programma.

Ciò consente non solo al polo industriale di produrre circa 20 MWe di energia da fonti rinnovabili, di cui una buona parte consumata dallo zuccherificio, ma anche di assicurare alla filiera agricola quell’integrazione di reddito indispensabile dopo il venir meno degli aiuti comunitari al settore bieticolo. Anche la Regione Emilia Romagna, attraverso l’impegno dell’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni, che ha ricavato fondi pubblici a sostegno del reddito dei produttori bieticoli, ed ha seguito nei dettagli i piani di riconversione degli ex-zuccherifici, è particolarmente attenta alla positiva conclusione del piano per il polo multifunzionale di San Quirico.

Nello specifico, l’anello finale del progetto di Eridania Sadam, che è seguito, per la parte della tecnologia energetica, anche dalla sub-holding Seci Energia, sempre in capo al Gruppo Maccaferri, è il progetto di realizzazione di un impianto a biomasse da 15 Mwe, alimentato con cippato da pioppeto, legno forestale e cereali no food, per il quale il gruppo ha già disposto un investimento di circa 70 milioni.

La produzione saccarifera nei prossimi anni sarà quindi inevitabilmente intrecciata con quella di energia da fonti rinnovabili. Ciò per consentire minori costi industriali agli impianti per la trasformazione delle barbabietole, ma anche per offrire opportunità supplementari di reddito ai produttori agricoli, i quali, oltre a ricevere incentivi derivanti dal conferimento di bietole, e co-prodotti della lavorazione industriale, potranno abbinare anche altre colture agricole, come il cippato e i cereali no food ad uso energetico.   
 
Il progetto-ponte di Eridania Sadam, che si fonda su una strategia di programmazione anticipata delle coltivazioni, rappresenta dunque un passo fondamentale, sia per la parte industriale, sia per quella agricola, per giungere ad affrontare la difficile sfida di un mercato mondiale contraddistinto da elevata competizione e fluttazione, venir meno del regime protezionistico classico, e carenza di risorse energetiche tradizionali.