Cresce in Italia la diffusione degli smartphone, che raggiungono il 35% della popolazione, superiore del 10% rispetto alla media europea e in aumento del 12%. Il 53% dei mobile surfer – ovvero coloro che navigano su web via cellulare – ha utilizzato il  telefono per accedere ai social network, il 49% per accedere a mappe e itinerari e il 38% per informazioni di servizio, come orari o prenotazioni.

Il mercato del mobile advertising italiano - secondo l’indagine svolta dalla School of Management del Politecnico di Milano - cresce del 15% rispetto al 2009, raggiungendo quota 38 milioni di euro, ma in termini assoluti si tratta di una quota residuale sul totale degli investimenti media italiani (lo 0,5%, in linea con le percentuali degli anni scorsi)  Tra i 100 top spender italiani in advertising, 41 hanno sviluppato almeno una applicazione mobile brandizzata, per un totale di 58 app nei diversi store e con una crescita del 176% rispetto al 2009.

Gli investimenti in iniziative di relazione diretta via sms col consumatore (CRM e promozioni) continuano a lievitare: il mercato degli sms inviati dalle aziende ai propri clienti supera i 70 milioni di euro registrando un incremento del 17% rispetto all’anno precedente.

Ma perché cresce il mercato? “Il telefono cellulare, grazie a processi di convergenza tecnologica e di reti, è sempre più percepito come un vero e proprio “social medium”, ovvero “l’estensione digitale” del consumatore che lo accompagna lungo tutta la giornata e gli permette di svolgere molteplici attività, non solo legate al fabbisogno di comunicazione e informazione”, afferma Filippo Renga, responsabile ricerca

In termini di settori che investono in mobile advertising si è assistito per la prima volta al sorpasso della quota degli investitori dei comparti “tradizionali” (62%) rispetto a quelli del comparto dei mobile content (ovvero delle aziende che commercializzano contenuti digitali per il cellulare, come loghi, suonerie, giochi, informazioni, ecc.), investitori storici nel mezzo (38%) e con una maggior distribuzione delle quote tra i settori all’interno del comparto degli investitori tradizionali: se nel 2007 il 45% degli investimenti era dovuto al comparto finanza e assicurazioni e tre voci erano responsabili del 70% del mercato, nel 2010 tale quota è determinata da 6 settori ed il primo settore per dimensione, che si conferma finanza e assicurazioni, ora rappresenta solo il 20% del mercato.

Nel 2010, inoltre, il concetto di “mobilità”, si è ampliato rispetto al mobile in senso stretto per come finora è stato conosciuto e percepito (ovvero telefoni cellulari e smartphone), ma ha incluso anche navigatori satellitari, e-book reader e i nuovi tablet. In particolare, nell’ultimo anno l’avvento dei nuovi tablet, spinto in primis dall’iPad, ha reso i confini tra pc e mobile sempre più sfumati e sta ridisegnando il concetto di mobilità legato non solo alla portabilità, ma anche a dinamiche di interazione profonda e multimediale con il consumatore attraverso contenuti a valore aggiunto.