E’ aumentata di circa 63 euro (+2,6%) la spesa media mensile della famiglia italiana nel 2006, che si attesta così a 2.461 euro. Cresce di 11 euro e arriva a toccare i 467 la spesa per cibo e bevande, mentre quelle per i generi non food passano da 1.941 euro mensili a 1.994. Questi i principali risultati emersi dall’indagine “I consumi delle famiglie” condotta dall’Istat con lo scopo di rilevare la struttura e il livello dei consumi secondo le principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali delle famiglie italiane.

Ma cosa acquistano maggiormente gli italiani? Il 19% della spesa mensile totale è riservata a generi alimentari e bevande. La percentuale raggiunge quota 22 quando si tratta di famiglie con cinque o più componenti, mentre scende a 18 quando è costituita da tre individui. La carne è l’alimento per cui si spende di più (4,3% del totale di queste due categorie di prodotti). Leggera flessione per le bevande, che ha riguardato soprattutto i superalcolici. Stabili, rispetto al 2005, sono le quote che le famiglie destinano all’abbigliamento e alle calzature. Diminuiscono invece le spese per elettrodomestici, giornali, riviste, cd, dvd e videogiochi.

La crescita dei consumi ha interessato tutte le zone d’Italia. Nel Nord la spesa media mensile delle famiglie è arrivata a 2.786 euro, mentre nel 2005 era pari a 2.689. La Lombardia e la provincia di Bolzano si confermano le aree geografiche con la spesa media più elevata: 2.886 e 2.906 euro, oltre mille in più rispetto a quella delle famiglie siciliane che mostrano il valore più basso della penisola (1.724 euro). Nelle regioni settentrionali si spendono 461 euro mensili (454 nel 2005) per i generi alimentari e  2.326 euro, che erano 2.235 l’anno precedente,per articoli non food. In leggero aumento anche le spese registrate nelle regioni del Centro, passate da 2.478 a 2.494, e del Sud, che da 1.913 euro sono arrivate a 1.952. Per alimenti e bevande si spendono 474 euro nelle regioni dell’Italia centrale, contro i 467 del 2005, e 472 in quella meridionale, aumentata di 20 euro rispetto all’anno precedente.