Fra una settimana, per la precisione sabato 15 giugno la Francia festeggia i 50 anni dell’ipermercato. E’ una ricorrenza importante anche per noi italiani, perché da noi, e probabilmente in tutta Europa - persino in Gran Bretagna, dove Tesco correva veloce la paternità è riconosciuta - sono stati proprio i nostri cugini d’Oltralpe a diffondere la moda del nuovo format.

Senza ombra di contestazioni, Carrefour ha aperto le danze, con il primo punto di vendita a Sainte-Geneviève-des-Bois, una cittadina di 35.000 abitanti situata nel dipartimento dell'Essonne, regione Île-de-France.

Il concept è originale in quanto per la prima volta sotto lo stesso tetto vengono riuniti alimentare e non alimentare, secondo un metodo ispirato al modello statunitense, modello che rispetta fin dall’inizio il motto “no parking non business” anche se la motorizzazione degli europei è ancora decisamente inferiore a quella degli americani.

Così a Saint-Geneviève nascono subito, insieme all’edificio, i posti auto, per la precisione 450, con tanto di stazione carburanti. E questo perché l’iper sorge con l’intento di favorire una spesa abbondante, una vera scorta settimanale, grazie a 5.000 referenze, gestite da 70 addetti.

Non è tutto. Il marketing punta da subito sulla convenienza – con prezzi ridotti del 20% circa – e su una superficie per i tempi eccezionale di 2.500 mq. Il successo è strepitoso, tanto che il punto di vendita, nel primo giorno di apertura, deve fermarsi varie volte e fare uscire i clienti per un rapido riassortimento.

L’uso praticamente obbligato della vettura cambia le carte in tavola nella gerarchia dei responsabili di acquisto familiari. Le donne guidano ancora raramente e dunque i mariti passano in testa. Alcuni prodotti civetta servono ad attirarli. Così quando nel 1967 Gérard Mulliez - che ha creato a Roubaix nel 1961 il suo primo supermercato Auchan - apre il suo primo iper, nonché secondo punto di vendita, a Roncq (Nord-Pas-de-Calais) lancia subito una promozione drastica sui liquori.

Carrefour - fondato nel 1959 da Marcel Fournier e i fratelli Denis e Jacques Defforey - ad Annecy (Alta Savoia), dove sorge ancora oggi il piccolissimo e storico negozio - non si accontenta del successo ottenuto in Patria e nei primi anni Settanta esporta la formula in Italia (1972) e in Spagna (1973).

Da noi i francesi sbarcano nel 1972 con un partner al 50%, ossia Standa di Montedison, ed aprono a Carugate, vicino a Milano.  Lo stesso anno, il 27 aprile, i tedeschi di Metro atterrano a Cinisello Balsamo con il primo cash and carry della nostra Penisola.

Si tratta del primo iper dello Stivale? Impossibile dirlo con certezza. Secondo alcuni il socio tricolore ha giocato di anticipo con il proprio MaxiStanda inaugurato il 18 settembre 1971 a Castellanza (Varese). Comunque Carrefour ha una partenza difficile nel nostro Paese, dal quale uscirà abbastanza presto, salvo poi tornarvi in proprio.

In ogni caso ormai il seme è piantato e in Occidente le grandissime superfici, figlie dei primi supermercati, hanno cominciato la propria marcia trionfale.

Per il cinquantenario Carrefour ha anche lanciato un sito, quiainventelhyper.com, con tanto di cronologia: la tappa più recente è l’inaugurazione in Francia dell’iper numero 220. Sul web si parla largamente del nucleo storico di Sainte-Geneviève-des-Bois com'è oggi. Gode ottima salute, con 1,7 milioni di clienti all’anno, 8.000 mq di superficie, 280 addetti, 900 posti auto, 19.000 referenze, di cui 1.000 biologiche, una parafarmacia da 3.000 referenze e, presto, il servizio drive e il wi-fi gratuito.

Ubicato nel centro della cittadina, svolge un ruolo di iper di prossimità. Ed è proprio nel vicinato e nel servizio che risiede il futuro di questa formula commerciale. In Occidente infatti gli stessi elementi che ne hanno determinato il successo stanno rivoltandosi da tempo contro l’iper: le auto costano troppo e i carburanti pure e nessuno ha più voglia di intraprendere un lungo percorso in auto per vanificare la convenienza che dovrebbe essere la ragione ultima dello spesone del fine settimana.

In Oriente, dove invece le economie sono in decisa crescita e la motorizzazione è ancora agli inizi, le grandissime superfici stanno trovando una nuova giovinezza: ma questa è un’altra storia e forse la racconteremo un’altra volta.