La fiducia degli italiani si mantiene in territorio positivo, proseguendo il trend di incremento e ritornando su livelli intorno ai 60 punti. Rispetto al contesto europeo però, che fa registrare un dato medio di 81 punti, ci sono ancora ampi margini di miglioramento. È questo il primo dato emerso dallo studio condotto da Nielsen e presentato, a Santa Margherita di Pula (CA), in apertura de Linkontro, l’annuale appuntamento dedicato alla business community dei consumi.

Un ulteriore segnale favorevole è la percentuale di quanti dichiarano che il presente è il momento giusto per fare nuovi acquisti: sono il 20%, con un incremento di 3 punti rispetto al primo trimestre 2015 e di 2 punti, se raffrontato con la quota del periodo ottobre-dicembre dello scorso anno. Emerge dunque un maggiore orientamento alla spesa, nonostante resti elevata la propensione al risparmio degli italiani.

In merito ai fatturati della distribuzione, se il 2015 si è chiuso con uno spunto lievemente positivo (+0,1%) sull’anno precedente, nel periodo gennaio–aprile 2016 il dato è negativo (-1,1%). Una flessione che, secondo Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, va presa nella debita considerazione dalle autorità, chiamate a ridurre la pressione fiscale, specialmente sulle classi medie e basse e al Sud, per rimettere in moto un meccanismo di riscoperta della felicità.

Dal canto suo Grégoire Kaufman, direttore commerciale di Carrefour Italia, ha sottolineato che l’innovazione, sulla quale il colosso francese continua a investire, è il miglior modo per infondere uno stato d’animo tale da stimolare gli interessi e dunque gli acquisti.

Torniamo ai dati. L’analisi dei consumi delle famiglie conferma forti differenze sia a livello geografico, sia sociale. Il segmento a basso reddito ha tagliato le spese del 9,1% mentre gli strati a reddito medio e alto le hanno incrementate rispettivamente del 2,2 e del 3,5 per cento. Al Sud la variazione è stata del – 1,9.

“All’interno del quadro attuale, si impone la necessità di andare in profondità sulle abitudini del consumatore – commenta Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia -. In questa prospettiva risalta un fattore che può costituire la sfida cui si è chiamati a rispondere per dare vita a un circolo virtuoso nel largo consumo: il cambiamento delle abitudini d’acquisto dei giovani, perché è da loro che si possono desumere le linee di sviluppo future. Naturalmente è indispensabile un approccio al cliente integrato, che superi la divisione tra fisico e virtuale, ancora spesso considerati due canali a sé stanti”.

Nielsen ha messo in risalto le opportunità che gli operatori possono cogliere. L’attenzione viene posta, intanto, sul trend delle marche del distributore di fascia alta. Le vendite a valore dei prodotti premium MDD hanno messo a segno una variazione positiva del 16%, quelle dei green MDD del 10%, mentre i primi prezzi hanno registrato un vistoso calo, del 21 per cento.

Dall’analisi è emerso l’identikit del prodotto vincente. Innanzitutto i consumatori richiedono offerte che facciano risparmiare tempo, che siano costituite da alimenti naturali, salutistici e gustosi, con meno calorie e grassi. Questo identikit trova conferma nei trend rilevati: prodotti per uno stile di vita sano (gluten free +29,3%, alta digeribilità/no lattosio +4,9, cibi e latte di soia +15,7, gallette +21,9, integrali +13,7); prodotti che facilitano la vita (salumi affettati +8,9%, piatti pronti freschi +31,2, spuntini/tramezzini +35,2); prodotti naturali (la frutta fresca è salita dell’8,6, quella secca del 12,3, cereali/legumi secchi del 9). Esempi significativi sono quelli del salmone (+12,2%), delle zuppe pronte fresche (+ 1,7) e in generale di tutto il biologico (+20,3).

Dalla ricerca si ricava, infine, il ritratto del negozio ideale: innanzitutto il punto vendita deve garantire un’adeguata shopping experience, ossia un’esperienza di valore. La comunicazione, inoltre, costituisce un fattore decisivo: occorre fornire al cliente, fisicamente e virtualmente, in forma integrata, le notizie utili per scegliere nel modo corretto. Come ultimo requisito, poiché non è più possibile distinguere in compartimenti stagni le dimensioni del fisico e dell’online, occorre che lo store sia sempre più connesso, così da rendersi presente al consumatore secondo la forma a lui più accessibile, accompagnandolo in tutte le fasi di acquisto.