Mentre le notizie di chiusure di ipermercati e supermercati diventano praticamente quotidiane, e mentre per i piccoli negozi la disfatta è ogni giorno più preoccupante -  nei primi 8 mesi il saldo fra aperture e chiusure è stato di -14.200 unità secondo quanto emerso sabato 13 settembre durante il Meeting annuale di Confesercenti – qualche segnale confortante arriva dal settore del biologico, dimostrando che tutto sommato, anche in tempi bui, l’innovazione paga. Certo, oggi più che mai, con la continua stretta del credito e l’altissimo livello delle sofferenze bancarie, diventare imprenditori, e specialmente piccoli imprenditori, è un vero atto di eroismo, ma certe volte è l’unico modo per rimanere sul mercato.

L’Osservatorio Sana 2013, curato da Nomisma su incarico di BolognaFiere, ha realizzato un’indagine rivolta ai titolari dei negozi specializzati bio, indagine che ha coinvolto 228 responsabili di negozio. Il campione ha registrato, nel biennio 2010-2012, una crescita delle vendite del 13,6%.

L’analisi è molto interessante, in quanto non è una semplice indagine di mercato, ma traccia una sorta di identikit di questa tipologia commerciale e delle sue scelte in fatto di assortimenti e marketing. Intanto i punti vendita specializzati in prodotti biologici offrono alla clientela un’ampia gamma di servizi aggiuntivi. Spiccano: sito Internet, pagina Facebook e profilo Twitter (67% dei pdv), carte fedeltà (65%), corsi, convegni e giornate formative (53%), servizio di consegna a domicilio (42%, con un picco del 50% tra i negozi con superficie superiore ai 200 metri quadrati).

Nel punto vendita, le categorie di prodotto per cui è massima l’ampiezza dell’assortimento sono gli alimentari secchi, con particolare riferimento ai prodotti da forno/biscotti/cereali per la colazione (il 18% dei soggetti indica la categoria come la più ampia) e la pasta (17%). Tra i freschi, spiccano la frutta e la verdura (11%).
Se si considera la profondità si conferma la leadership della pasta (29% delle risposte) e dei prodotti da forno/biscotti/cereali per la colazione (18%). Il 7% dei punti vendita ha però il più alto numero di referenze nella macro-categoria “cura persona e igiene casa”.
In relazione al trend 2013-2010, l’assortimento ha visto crescere - in termini di referenze offerte alla clientela – soprattutto gli alimentari freschi confezionati (il numero è cresciuto dell’11,5% rispetto al 2010) e gli alimentari secchi confezionati (+11,1%).

Nel 2012 le vendite realizzate da un punto vendita specializzato sono state pari a 704.000 euro (1,207 milioni per il format maggiore di 200 metri quadrati e 525.000 per quello inferiore). Insomma anche in questo caso la formula vincente è quella del piccolo supermercato.

Le vendite alimentari sul totale pesano mediamente per il 90,6%; ai prodotti non food fa capo invece il 9,4% del giro d’affari. Considerando le macro-categorie di prodotti si conferma che le vendite 2012 sono guidate soprattutto dagli alimentari secchi confezionati (che incidono mediamente per il 57,2% sulle vendite totali) e dagli alimentari freschi (20,3% del totale); seguono gli alimentari freschi confezionati (13,1%), i prodotti per la cura persona (5,7%) e per l’igiene della casa (2,7%). Chiudono i beni semidurevoli - libri, giochi, abbigliamento ecc. - con l’1%.

Le vendite bio (food e non-food) nel canale specializzato sono cresciute a doppia cifra tra il 2010 e 2012 (+13,6% in due anni). A sostenere la crescita sono stati soprattutto i prodotti alimentari (+14,5 tra il 2010 e il 2012); il non food ha comunque fatto un significativo passo in avanti (+9,3%).

Le previsioni per le vendite 2013 del canale specializzato bio segnalano ancora una volta un trend positivo (+6,9% rispetto al 2012 per le vendite totali, +7,7% per i prodotti bio alimentari e +3,4% per i prodotti non food). A preconsuntivo sono, ancora una volta, gli alimentari secchi confezionati a guidare l’incremento del sell out (+9,1%).
Il sentiment rimane positivo anche per il medio periodo:
il canale specializzato prevede una crescita per il 2015. Il tasso di crescita medio annuo previsto dagli stessi esercenti per il prossimo biennio è pari al 7,5%.

Nel 2012, un punto vendita specializzato in prodotti biologici ha servito mediamente 3000 clienti (+11% sul 2010). E gli interpellati prevedono ancora un aumento del numero di acquirenti pari al 5% (mediamente 150 nuovi clienti per singolo negozio).
Nel 2012 la frequenza media di acquisto nei pdv specializzati è stata di 10 volte, dunque meno di una volta al mese, mentre il valore dello scontrino medio si è attestato a 23,7 euro, due indicazioni che, in presenza di una crescita notevole come quella segnalata, dimostrano come ci siano ancora parecchi margini di crescita e di miglioramento, specie con adeguate operazioni di marketing. Operazioni che non mancheranno di sicuro, visto che il mondo della distribuzione bio, apparentemente polverizzato, è invece presidiato da forme consortili e da alcuni robusti franchisor.