Nonostante in queste ultime settimane i prezzi alla pompa abbiano subito un leggero rallentamento e i politici si siano impegnati, almeno a parole, a mettere un freno alla folle rincorsa, insieme ad alcune Regioni come la Toscana che hanno tagliato le accise senza pensarci due volte,  le stime di Federconsumatori inerenti alle maggiorazioni che ricadranno, nei 12 mesi, sulle spalle degli italiani – emanate a settembre – rimangono un monito pauroso e non resta che sperare che non vengano confermate.

I costi per i cittadini saranno pari complessivamente a +768 euro annui (come 49 giorni di spesa alimentare di una famiglia media). E questo  in termini diretti, per i pieni di carburante, +420 euro annui, e in termini indiretti, dovuti soprattutto al maggiore costo per il trasporto delle merci, +348 euro annui. “Ma mentre le tasche degli automobilisti si svuotano – scrive Federconsumatori -, si rimpinguano le casse dello Stato e delle compagnie petrolifere. I maggiori introiti saranno pari a + 9,324 miliardi annui per lo Stato e a +6,216 miliardi per le compagnie petrolifere”, compagnie che con i propri marchi continuano a controllare il mercato.

La rete distributiva, intorno alle 23.000 unità, lascia ancora poco spazio sia alle cosiddette “pompe bianche”, quelle indipendenti e senza brand, che sono 2.506 in tutto, sia alla gdo che non supera il centinaio di impianti, fra strutture a marchio proprio e strutture condivise con altri gestori. Fino a non molto tempo fa nel business c’erano Coop, Carrefour, Auchan, Conad e Finiper. Ma qualcosa sta cambiando.

Nell’ultima settimana sono stati perfezionate due operazioni, tra loro differenti, ma entrambe consolanti, che avvicinano, anche se solo di un piccolo passo, la realtà italiana a nazioni come la Francia, dove la gdo praticamente è signora del mercato e utilizza la convenienza del pieno come un potente strumento di vendita e di cost saving per il consumatore, così come si utilizzano, in un’ottica win-win, le food court dei centri commerciali, che allungano i tempi di visita e garantiscono alla ristorazione un buon flusso di clientela.

Ma veniamo ai fatti. Simply (che vuol dire Auchan) ha aperto il 2 ottobre nel pesarese un nuovo distributore low cost, il secondo, al quale faranno seguito altri nelle Marche, in Lombardia e nel Veneto. Entro il 2013 saranno una dozzina i distributori a marchio Simply presenti sul territorio nazionale. Partner dell’iniziativa è Acema, storica azienda pesarese fondata nel 1945, che ha realizzato l’impianto e con la quale è in essere un accordo quadro per realizzare ulteriori stazioni di servizio. Con 95 milioni di litri distribuiti nel corso del 2011 tramite 60 stazioni di servizio, Acema è una delle principali realtà delle Marche in campo petrolifero.
“Con i continui rincari del prezzo del carburante, abbiamo voluto dare un segnale forte ai nostri clienti, investendo in un servizio che esula dal nostro core business, ma che è in linea con il posizionamento dell’insegna – dichiara Lorenzo Bertini, direttore regionale Simply Italia –. Come abbiamo fatto con le parafarmacie e i libri di testo scolastici, anche con le benzine vogliamo contribuire a portare concorrenza nel settore, per trasferirne i benefici in termini di risparmio alla clientela”.
 
“Acema è una realtà da sempre molto attenta ai prezzi dei carburanti e si è sempre adoperata per praticare, presso le proprie stazioni di servizio, prezzi sempre competitivi e promozioni “a tutto campo” molto vantaggiose. Con la sottoscrizione dell’accordo quadro e la realizzazione di questa prima stazione a marchio Simply – racconta Lorenzo Ponselè, amministratore delegato di Acema – riteniamo di aver compiuto un ulteriore grande passo in avanti in questa direzione e siamo certi che la forte sinergia con i supermercati Simply garantirà a tutta la clientela enormi soddisfazioni in termini di risparmio”.

Secondo caso, forse più piccolo, ma per certi versi più significativo, consiste nel varo della prima stazione di servizio multifunzionale del Paese.

Shell e Carrefour, hanno lanciato a Milano, il 4 ottobre, nel quartiere della Barona, alla periferia Sud della città un negozio combinato che utilizza in parte la struttura di una preesistente stazione Shell, affiancando però alla stessa un Carrefour Express City, con una superficie di 100 mq e 1.500 referenze. « Carrefour Italia – ha spiegato Gabriele Di Teodoro – direttore della divisione supermercati e prossimità – sta studiando nuovi format di vendita al dettaglio sempre più personalizzati e più vicini alle reali esigenze dei consumatori ». E Carrefour vuol dire già 23 pompe inserite in altrettanti centri commerciali, 1.200 negozi di prossimità a insegna Express, il primo e finora unico supermercato d’Italia aperto 24 ore su 24 per 7 giorni su 7 (a Milano, in Piazza Principessa Clotilde).

Verrebbe voglia di dire che il tutto rientra in una logica più ampia dettata dal nuovo Ceo, Georges Plassat, che ha messo in cura i conti del gruppo, varando un piano basato sulla razionalizzazione della rete, sulla vicinanza al consumatore con superfici più piccole, ma inserite direttamente nel cuore delle città e con molte nuove idee. Verrebbe voglia, appunto, perché risulta difficile pensare che l’occhio del grande capo arrivi fino alla Barona… tuttavia le strategie, per essere efficaci, devono essere capillari e, partendo da un centro, arrivare alla periferia.

La presenza di Shell, poi, è ancora più significativa: una signora dei petroli dà la mano a un colosso della gdo mondiale. C’è da pensarci sopra… Come abbiamo detto prima, di sicuro qualcosa sta cambiando, decisamente in meglio.