«Occorre reinventare l'ipermercato». Questa la sfida lanciata qualche tempo fa dal direttore generale di Carrefour Lars Olofsson. La scorsa settimana,
dopo un lungo periodo di test, il retailer transalpino leader in Europa e numero due nel mondo pare avere raggiunto il proprio obiettivo. Alla periferia di Lione, infatti, sono stati inaugurati due punti vendita pilota (a Ecully e a Vénissieux) che costituiscono il nuovo modo di concepire gli ipermercati da parte di Carrefour.

La crisi del format tradizionale dell'ipermercato, del resto, era cosa nota da tempo. E tra coloro che ne soffrivano di più - in Francia e non solo - vi era proprio Carrefour, per il quale il canale iper rappresenta la metà del fatturato in Francia e il 40% del giro d'affari globale del Gruppo.

Da una decina d'anni a questa parte, gli ipermercati francesi del colosso della distribuzione registravano performance piuttosto deludenti, sia in assoluto che in rapporto a quelle della  concorrenza. Risultati che hanno finito per erodere, anno dopo anno, importanti quote di mercato.

Nel solo 2009 la flessione del fatturato generato dai 231 iper francesi a insegna Carrefour è stata pari al 5,3%, riportando il giro d'affari (a parità di rete) intorno ai 21 miliardi di euro raggiunti nel 2003. Inevitabile quindi che si intervenisse il più rapidamente possibile per arginare, oltre alla sfavorevole congiuntura economica, una crisi strutturale acuita dalla incalzante concorrenza delle superfici specializzate.

La Redazione di DM non ha ancora avuto il privilegio di visitare i nuovi Carrefour Planet. Ma a quanto se ne sa, si presentano come ipermercati «a metà
strada fra un mercato rionale e un grande magazzino». La tradizionale organizzazione degli spazi (reparti perpendicolari a un ingresso centrale) è
stata abbandonata in favore di una ripartizione in varie aree specializzate: food, cosmetica, abbigliamento, bambini ecc. Ciascuna è in qualche modo
ispirata ai migliori specialisti della categoria (Sephora per la profumeria, per esempio, Ikea, per i mobili o la catena Picard per i surgelati).

All'area dei prodotti freschi (latte e e latticini, ortofrutta, salumi e formaggi, carni, pane e pasticceria, ma anche ai prodotti bio e al reparto
vini) è stato dedicato molto più spazio rispetto a un iper tradizionale ed è stata disposta di fronte a uno dei due ingressi principali.

Nel reparto cosmesi spiccano un paio di novità. Carrefour ha infatti siglatoun accordo con L'Oréal per l'installazione di un "makeup bar" nel quale i
clienti possono testare i prodotti grazie a una tecnologia che mette a disposizione una sorta di specchio virtuale o approfittare di un taglio di
capelli rapido a basso prezzo.

Ma è forse il non food che registra i cambiamenti più significativi. Qui si è fatta una scelta di opportunità, evitando di entrare in concorrenza
diretta con i vari, e inevitabilmente più competitivi, negozi specializzati: da Boulanger a Decathlon, da Leroy Merlin fino ai siti di e.commerce per la
vendita di elettrodomestici e di articoli sportivi. Via quindi gli articoli più grandi e ingombranti e spazio al minimo indispensabile. Di contro, si è
ampliata l'offerta del reparto decorazione.

Altre novità in qualche modo di rilievo sono rappresentate da specifici corner realizzati in collaborazione con aziende del calibro di Virgin, Apple
o Samsung, uno spazio ristoro e un servizio babysitting, nonché un'area di circa 2mila metri quadrati riservata agli eventi.

I due nuovi Carrefour Planet aperti a Lione (cui stanno per aggiungersene altri due in Spagna, alle porte di Madrid, e uno a Bruxelles) serviranno da
test per un progetto che a partire dal prossimo anno - secondo quanto riporta il quotidiano Le Figaro - dovrebbe progressivamente trasformare,
uniformandoli a questo nuovo concept, circa 200 dei 231 iper attualmente componenti la rete francese. Per gli altri il destino sembra andare in
direzione di un'offerta discount.

L'investimento per i costi di ristrutturazione di ogni punto vendita è stimato in circa 20 milioni di euro, per un totale di circa 2 miliardi di euro, in parte recuperati, stando a quanto si dice, dalla dismissione di alcune attività di Carrefour in Asia.