«Conad continua lo sviluppo programmato, forte della capacità delle cooperative e dei soci di fare sistema – ha esordito il direttore generale Francesco Pugliese – presentando a Milano i risultati del gruppo -. Cresciamo in tutti i canali, grazie alle private label e ai freschi. Nel 2012 abbiamo fatto molto più di quanto ci fossimo prefissati: 400 milioni di euro di investimenti e 4.400 nuovi posti di lavoro. Conad è economicamente solido e ha obiettivi di ulteriore crescita, perché la leadership assoluta del mercato della distribuzione è un obiettivo raggiungibile. Anche per il 2013, il piano strategico di sviluppo punta ad avvicinare tale traguardo».

Una dichiarazione di guerra a Coop? Forse, ma soprattutto un giusto orgoglio per i risultati conseguiti. Conad rafforza la leadership nei supermercati, dove raggiunge una quota di mercato del 17,6% (con un incremento del 4,1 rispetto al 2011), e nei punti di vendita di prossimità, con una share del 14,1 (+6,8 rispetto al 2011). Buono anche il risultato degli iper (+4,6%). La quota delle varie insegne sommate si attesta all’11,1%, con un incremento di 0,8 punti. Conad si avvia ad archiviare il 2012 con un giro d’affari previsto di 10,970 miliardi di euro, 809 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente (+7,96%). A parità di rete la crescita è dell’1%, nonostante le difficoltà del mercato e la forte presenza nelle aree del Centro Sud Italia, dove la flessione della domanda è più marcata e la preferenza dei consumatori va a format convenienti.
A tale risultato ha contribuito il buon andamento della marca commerciale, le cui vendite sono salite del 16,9% rispetto al 2011 attestandosi a 2,089 miliardi di euro, con una quota del 25,1%, superiore alla media di mercato (18,1%).

Nel 2012 Conad ha investito, come si è visto, 400 milioni di euro nella realizzazione di 106 nuovi punti di vendita, con una superficie di 158.613 mq, e ha creato 4.400 nuovi posti di lavoro. Presenti in 108 delle 110 province italiane, i negozi Conad sono 3.052 (40 E. Leclerc Conad, 180 Conad Superstore, 918 Conad, 862 Conad City, 790 Margherita, 192 Todis e 70 di altri canali). La superficie è così salita a 1.722.774 mq (+10,14%). La produttività è superiore alla media di mercato – 5.420 euro – e si attesta a 6.310 euro al metro quadrato.

Sul fronte dell’innovazione di servizio, il 2012 si chiude con 17 distributori di carburanti Conad presenti in nove regioni italiane, 55 parafarmacie, 9 corner di ottica.
Conad prevede di proseguire con le inaugurazioni per altri 91.000 mq di superficie di vendita con un investimento di 240 milioni di euro e la creazione di oltre 2.200 nuovi posti di lavoro, superando in tal modo il piano strategico per il triennio 2012-2014 annunciato nel 2011.

Fra l’altro, grazie all’accordo raggiunto con Grandi Stazioni, entro la fine di giugno 2013, nella galleria commerciale degli scali di Milano Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Roma Termini e Napoli Centrale, Conad realizzerà quattro punti di vendita, con una superficie tra gli 800 e i 1.000 mq, nei quali troveranno lavoro 100 nuovi occupati.

Uno sviluppo che Conad intende realizzare anche per linee esterne, soprattutto acquisizioni, ma sul quale pesano l’entrata in vigore dell’articolo 62, il diverso atteggiamento del consumatore e l’inasprirsi della competizione, che ha ormai regole selvagge:
Spiega Francesco Pugliese: “Oggi ci si concentra sulle cose importanti e fondamentali . Occorre imparare a fare di più con meno e neppure lo sviluppo della rete assicura la crescita. Chi sale lo fa a discapito degli altri e per svilupparsi bisogna conoscere bene il proprio mestiere. Anche nell’ambito della crisi ci sono opportunità, ma bisogna avere il coraggio di fare scelte precise e chiare, anche estreme. Tuttavia per noi le persone restano al centro: consumatori, risorse umane e fornitori”, con i quali il patto deve essere reciprocamente corretto e leale.

Leale non vuole dire clientelare. Purtroppo, sia secondo Pugliese, sia secondo il direttore marketing e private label, Giuseppe Zuliani, l’articolo 62 sta dando luogo a pericolose distorsioni e persino a illegalità. In Conad su tutto questo si sta preparando un dossier da portare all’attenzione dell’Antitrust, dossier che dimostra come alcuni distributori e alcune industrie di marca si siano accordate per concedersi in privato, tempi più lunghi dei fatidici 60 giorni.