Un settore percosso dalla crisi, contrassegnato dalla riduzione delle reti di vendita, dal calo degli addetti, dalla contrazione della redditiva e dove, però, si scontrano un brillantissimo Davide (Esselunga, con 6.737 milioni di fatturato nel 2012) e da un robusto Golia, Coop, che, date le sue dimensioni si dimostra evidentemente meno scattante e reattivo, ma rimane pur sempre un gigante.
Anche se di Coop l’ufficio studi di Mediobanca non considera proprio il tutto, ma solo una parte, seppure rilevantissima - 11 società di cui 9 cooperative – per arrivare a 11,588 miliardi (1 miliardo e mezzo in meno), in crescita del 4,7% nel quinquennio 2008-2012 e in leggera perdita fra il 2012 e il 2011 (-0,1%).

Questo il quadro dei cinque soggetti della gd operanti sul territorio italiano analizzati dal capitolo che l’Annuario R&S dedica alla distribuzione moderna. Come sempre, oltre ai due gruppi citati, sono stati considerati i colossi francesi Carrefour e Auchan (con l’italiana Sma) e Gecos Pam, della famiglia Bastianello.
Grande assente soprattutto Conad, che probabilmente avrebbe fatto la differenza, visto che dimostra da tempo tassi di sviluppo molto dinamici: +5,4% nel periodo 2013/2012 per un fatturato di 11,5 miliardi.

La prima evidenza è che le vendite della gd (31.050 milioni la sommatoria del quintetto) hanno visto una crescita dei ricavi di appena lo 0,4 in media fra il 2008 e il 2012, il che comunque, data la crisi imperante, è già un segno di forza. Invece nell’anno il segnale è opposto, e pari allo 0,4%. Ovviamente il campione è strutturato in modo tale per cui i dati di un solo soggetto o di due possono influenzare pesantemente le performance. Tuttavia i trend rispecchiano in modo abbastanza fedele la realtà: la grande distribuzione regge, nonostante tutto, ma il protrarsi della crisi ne appesantisce i conti.

A pagare il tributo più pesante sono i due big d’Oltralpe, che chiudono il 2012 con un dato di vendita praticamente identico: 5.093 milioni Carrefour e 5.090 Auchan-Sma. “La perdita di fatturato dei due gruppi francesi fa seguito a un rilevante ridimensionamento delle strutture commerciali presenti in Italia – si legge nel rapporto -. Carrefour ha ridotto i punti vendita complessivi (diretti e franchising/affiliati) del 24,3% dal 2008 (erano 1.218 a fine 2012) con contestuale contrazione dei dipendenti (-21,8% nel periodo, a circa 16.000 unità nel 2012). Anche Auchan-SMA ha ridotto la forza lavoro nel quadriennio, seppure in misura meno accentuata (-4,4%). Mentre per Carrefour la contrazione dei punti vendita ha toccato anche quelli diretti (-9,3%), per Auchan-Sma essi sono stabili nel periodo (+0,9% sul 2008)”.

Gecos, nonostante la flessione delle vendite, ha sostenuto l'occupazione (+7,6% sul 2008) e l'apertura di punti vendita diretti (+12,1%, a 454 unità). Il gruppo veneto, con un giro di affari di 2.543 milioni è, in valore assoluto, il più piccolo considerato. Perde 3 punti di ricavi nel 2012-2008 e lo 0,6% nel 2012-2011. Un dato che dimostra una sofferenza meno marcata di quella di Auchan (-5,2 e -1,3% rispettivamente) e quasi uno stato di benessere in rapporto a Carrefour (-19,1 e -5,8%).

Come accennato il meglio si osserva in Esselunga (+21,1% nel quinquennio e +4,5 nella comparazione annua) e da Coop: +4,7 e -0,1% rispettivamente.

Esselunga – riferisce l’Ufficio studi di Foro Buonaparte - ha confermato nel 2012 il maggiore ricavo per metro quadrato di superficie (calcolato sui soli punti vendita di proprietà) a oltre 16.400 euro/mq. E' l'unico operatore ad averlo aumentato, tanto sul 2008 (+2,4%) che nell'ultimo anno (+2%). Gli altri gruppi si collocano tra i 6.800 euro/mq delle Coop (-4% sul 2008, - 1,6% nel 2012) e i 4.800 euro/mq di Gecos (-11,9% sul 2008, -1,8% nel 2012). Flessioni assai importanti sul 2008 hanno interessato Carrefour (-16,1%) e Auchan (-13,3%). Solo Unicoop Firenze, all'interno dell'aggregato Coop, segna vendite per mq paragonabili a quelle di Esselunga con circa 13.600 euro. Anche esaminando il fatturato per punto vendita il quadro non muta: primeggia Esselunga a oltre 47 milioni nel 2012 (+12,2% sul 2008), di fatto il giro di affari annuo di una media impresa italiana, davanti a Auchan-Sms (14 milioni, -7% sul 2008), Coop (poco meno di 10,8 milioni, -1,7% sul 2008), Carrefour (9,4 milioni, -8,1% sul 2008) e Gecos (5,3 milioni, -13,4%). I livelli sono naturalmente influenzati dalla superficie per punto vendita: quasi 3.000 mq in media per Esselunga, circa 1.000 per Gecos”.

E sempre a proposito di Esselunga, Mediobanca sottolinea i margini sul fatturato ampiamente migliori della media, già a partire dal valore aggiunto. “Il costo del lavoro ha l'incidenza più bassa (pur avendo Esselunga, il maggiore numero di dipendenti per 1.000 mq di superficie) e anche gli ammortamenti pesano relativamente di meno (2% del fatturato). Ciò si traduce in un roe che nel 2012 ha toccato 21,9% (per curiosità: nel 2012 il roe di Armani è stato del 15,1%). A parte Gecos (3,9% il roe), tutti gli altri gruppi hanno chiuso il 2012 in perdita. Nell'ultimo quinquennio hanno cumulato perdite nette Carrefour (2,7 miliardi, anche a seguito della svalutazione dell'avviamento GS per 1,6 mld del 2011), Auchan e Coop (attorno ai 100 milioni ognuna). In utile Gecos (113 milioni) ed Esselunga (1,1 miliardi)”.

Concludiamo la breve carrellata nel segno del leader, ossia Coop, dove non tutte le singole realtà sottostanti al marchio ombrello dimostrano il medesimo stato di salute.

Unicoop Firenze, come detto, si è confermata nel 2012 la maggiore cooperativa di consumatori, con ricavi per 2.747 milioni nel 2012, seguita da Coop Adriatica a 1.876 milioni, Coop Estense a 1.224 milioni e Unicoop Tirreno con 1.069 milioni. “La redditività netta delle singole cooperative dipende dalla gestione industriale e da quella finanziaria. Quanto alla prima, il rapporto tra margine operativo netto e fatturato mette in luce che sei società presentano una gestione operativa in perdita, con risultati particolarmente negativi in capo a Ipercoop Sicilia (-8,1%) e ai discount Dico (-4,9%, ma da tempo ceduti a Despar, ndr); Coop Adriatica mostra i margini industriali migliori (3,2% del fatturato). Delle 11 società che compongono l'aggregato Coop, 5 hanno chiuso il 2012 in perdita: quella maggiore è toccata a Unicoop Firenze (-130,9 milioni) seguita da Coop Centro Italia (-63 milioni); il migliore risultato è di Coop Liguria (+20,5 milioni)”.

In sintesi, nel periodo 2008-2012 la gestione industriale delle coop ha prodotto margini cumulati positivi pari a 257 milioni, cui si aggiungono 474 milioni rivenienti dalla gestione finanziaria. Il portafoglio di titoli e partecipazioni ha sommato nello stesso periodo svalutazioni di poco superiori al miliardo. Le poste straordinarie hanno comportato introiti per 648 milioni (di cui 438 maturati nel 2008). Tenuto conto di imposte per 446 milioni, si ottiene una perdita netta cumulata pari a circa 100 milioni.