Il fatturato del colosso francese della distribuzione - secondo gruppo mondiale dietro l’inarrivabile Wal Mart - cresce. Nel secondo trimestre del 2010 ha registrato un progresso del 6,3% e ora sfiora la ragguardevole cifra di 25 miliardi di euro. Ma a trainare l’incremento delle vendite sono i paesi del continente asiatico (+9,3%) e - soprattutto - di quello sudamericano (+13%).

In Europa, infatti, le cose vanno ben diversamente. In Francia, stando a quanto riporta il quotidiano economico transalpino La Tribune, Carrefour è alle prese con un problema non da poco: una progressiva, quanto finora inarrestabile, emorragia di clienti. Nei 231 ipermercati diffusi capillarmente sul territorio francese, nel periodo compreso tra aprile e giugno di quest’anno la frequenza della clientela è calata del 2,7%, dopo che nel primo trimestre si era già ridotta del 4,5%. A soffrire di più, manco a dirlo, i reparti non food. Dove le vendite, nei primi sei mesi del 2010, sono calate di quasi 13 punti percentuali.

La situazione in altri paesi del Vecchio Continente, peraltro, non è che sia molto migliore. In Italia, a rete costante, il giro d’affari del retailer transalpino cede il 3,5%. Poco meno accusa la Spagna, alle prese - come noto - con una critica situazione economica e occupazionale. In Belgio, infine, Carrefour sconta un processo di ristrutturazione dell’insegna che le ha causato addirittura un crollo del 9% delle vendite rispetto all’anno precedente. Insomma, un momento non facile.

Certo, come si diceva, sui risultati dei vari paesi incide fortemente il cattivo andamento dei reparti non alimentari. Ma una indubbia responsabilità – specie in Francia –, è da ricercare anche nel posizionamento di Carrefour su un format, l’ipermercato, che ha ormai i suoi anni e necessita di qualche ripensamento.

I vertici del retailer francese, naturalmente, sono al lavoro da tempo per risolvere questi problemi. Attualmente, per esempio, si stanno testando nuovi concept espositivi nei reparti non food di alcuni iper nei pressi di Lione. Sperimentazioni che, se avranno successo, verranno estese a tutti gli ipermercati sia in Francia che in altri paesi europei. Quanto alla diversificazione dei format, con la dotazione di punti vendita che abbiano caratteristiche più in linea con le mutate esigenze della clientela, questo processo è già stato avviato da tempo. In Francia l’insegna Carrefour è stata declinata in “Market”, “Contact”, e “City”. Nel nostro paese, dopo la migrazione dell’insegna GS in Carrefour, si hanno i “Market” e gli “Express”.

Ma recuperare il terreno perduto in questi ultimi anni non sarà facile. Le previsioni per il 2011, almeno in Francia, non sono propriamente rosee. E c’è chi stima almeno un quinquennio perché Carrefour torni a essere per i consumatori francesi quello che era un tempo. Ancora più incerta la situazione in Italia, specie dopo la cessione di un buon numero di ipermercati nelle regioni meridionali.