La situazione economica degli italiani resta in “rosso. Nel 2011 ben una famiglia su tre è stata costretta a “tagliare” gli acquisti alimentari, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il 30% è stato obbligato a comprare prodotti di qualità inferiore. Analoga la quota di chi si è rivolto quasi esclusivamente alle promozioni commerciali, mentre sono cresciuti esponenzialmente gli acquisti presso gli hard-discount.

Ora anche il 2012 si è aperto con prospettive non certo rosee, complice la stangata della manovra e il rincaro dei carburanti. Secondo elaborazioni della Confederazione Italiana Agricoltori, con queste premesse non ci sarà alcun rilancio, nemmeno a tavola, dove da tre anni i consumi sono praticamente al palo.  

Non si salva dunque nulla? Non rimane per l’alimentare qualche orizzonte felice che funzioni da valvola di sfogo almeno per le imprese? Indubbiamente l’export sta dando, da anni, un robusto aiuto nel mantenere in equilibrio il settore.

Lo registra, fra gli altri, Coldiretti. Anche nell’anno in cui lo spread è schizzato alle stelle a causa del mancato acquisto dei titoli di stato italiani da parte degli investitori esteri, per il Made in Italy sulle tavole mondiali è stato raggiunto il dato storico di circa 30 miliardi nel valore delle esportazioni, per effetto di una crescita del 9%.

“Le performance positive registrate sui mercati internazionali dal settore più rappresentativo dell’economia reale dimostrano che il Paese può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l’identità, la cultura e il cibo"  ha affermato il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, nel sottolineare che “l’agroalimentare è una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo”.

Il risultato del 2011 è il frutto di esportazioni agroalimentari effettuate per la grande maggioranza nei Paesi dell’Unione Europea dove si realizzano i 2/3 del fatturato estero complessivo con una crescita in valore dell’8%, ma anche dell'aumento negli Stati Uniti (+10%) e nei mercati emergenti, come quelli asiatici, dove si è avuto l’incremento maggiore con un +18%.

A mettere il turbo sono stati i settori più tradizionali del Made in Italy come il vino, che ha messo a segno un aumento record in valore del 25%, il formaggio a partire dal grana e dal parmigiano reggiano che sono i più esportati, con una crescita del 26%, ma anche  l’olio di oliva (+9%) e la pasta (+7%).

Non mancano - continua Coldiretti - risultati sorprendenti come per esempio la crescita boom del 18% nell’export della birra italiana in Gran Bretagna, grande Paese produttore di questa bevanda, o la performance record dello spumante in Russia che con un +40% si classifica addirittura al quarto posto tra i Paesi esteri di destinazione, ma anche l’incremento del 22% nelle esportazioni di formaggi italiani in Francia, mercato già molto presidiato dal prodotto locale.

L'andamento del commercio internazionale potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti dell’“agropirateria” che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.

All'estero - stima Coldiretti - il falso Made il Italy a tavola fattura 60 miliardi di euro e sono tarocchi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone, ma in vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America, ma anche Pamesello in Belgio o Parmezan in Romania.

Concludendo: mentre gli italiani stanno in dieta, acquistano molti primi prezzi e private label, gli stranieri si dedicano all'esplorazione della nostra tavola e, per fortuna, salvano le nostre imprese. C'è chi gioca sporco, d'accordo, e imita, ma essere imitata è in fondo il destino, e l'implicito riconoscimento, di ogni eccellenza.