Il primo quotidiano sulla GDO
Aggiornato al 27 Aprile 2024 - ore 16:00
Contraddizioni fra il Dpcm 22 marzo, che ha deciso la chiusura, mentre la titolare del Mipaaft ha annunciato la riapertura. E intanto la stagione rischia di appassire.
Nelle imprese comincia a essere problematica la carenza di manodopera, a cui si aggiungono criticità a livello di logistica e trasporti.
Per avere i buoni bisognerà chiamare il numero verde, che i singoli comuni stanno approntando, come stanno redigendo la lista dei negozi convenzionati.
Tra i canali fisici, anche per ovvi motivi di vicinato e di rispetto delle norme sulla circolazione delle persone, svettano i piccoli liberi servizi, con un +41,3%, mentre gli iper ripiegano drasticamente.
Mentre la federazione sottolinea i gravissimi problemi, specie del non food, Metro Italia avanza la possibilità di lavorare, transitoriamente, come una rete di ipermercati.
Il piano del gruppo anglo-olandese prevede donazioni di prodotti disinfettanti e alimentari ai sistemi sanitari nazionali e supporto finanziario a addetti e fornitori.
È questo il dato più allarmante che scaturisce dalla ricerca realizzata da BVA Doxa sugli effetti della diffusione del Coronavirus sul business delle imprese nazionali.
La rete è molto solida e capillare il che dovrebbe rassicurare gli italiani, che invece fanno file di ore davanti ai negozi, perché quasi 1 consumatore su 3 non resiste nemmeno 72 ore prima di uscire per fare la spesa.
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza. In Lombardia Attilio Fontana ha emanato un provvedimento severissimo, poi adottato anche a livello nazionale.
La lettera d’intenti, siglata con Finanziaria Centrale del Latte di Torino, prevede di negoziare in esclusiva l’acquisizione di un pacchetto di maggioranza di Cli. Il gruppo guidato da Angelo Mastrolia salirà così a 500 milioni di fatturato.
Il lunedì e il martedì, dalle 9 alle 11, si concentra la maggioranza dei clienti. Durante queste fasce si registra un aumento di visitatori del 103% rispetto a prima dell’epidemia.
Patrizio Podini mette in sicurezza i suoi 7.000 collaboratori grazie a una polizza sanitaria stipulata con Assicurazioni Generali.
La grossa somma andranno a vantaggio dei fornitori della catena, che potranno così avere un supporto per il proprio ciclo attivo e tenere testa all'attuale emergenza.
In seguito alla chiusura obbligata di tutti i negozi non indispensabili i canoni del periodo aprile-giugno 2020 saranno fatturati di mese in mese.