Nonostante la crisi e la voglia di risparmio la consegna a domicilio, che a volte ha anche un prezzo non indifferente, tira, e la comodità del servizio prevale sulla convenienza. Ad affermarlo è il "Corriere della Sera" che ha condotto, nelle pagine milanesi, un'indagine comparativa sulle diverse tariffe applicate nel capoluogo meneghino dalle varie insegne.

La più economica è Pam, la cui richiesta è di 3 euro. Segue Carrefour, con 3,90 euro, mentre nella posizione mediana si piazza Sma (5,90) seguita da Billa (6 euro, ma 8 se non si è titolari di una carta privativa dell'insegna). Chiude la classifica Esselunga, con 6,20 euro.

E questi non sono che importi minimi. Infatti se l'ordine supera un certo quantitativo prefissato, si deve pagare un supplemento che oscilla fra 50 centesimi e 1 euro, a parte il caso di Carrefour dove il servizio viene erogato da 25 euro di scontrino in su, ma poi non esiste un limite.

Più o meno il domicilio viene garantito entro un raggio di 3 chilometri, ma Billa raddoppia e arriva a 6.

Come già detto la richiesta è importante. Esselunga, la meno conveniente in questo caso, stima il gran totale annuo in 250.000 consegne su Milano.

Secondo il Corsera il domicilio non è nemmeno un benefit riservato a classi sociali elevate, ma attraversa le diverse fasce di popolazione in modo del tutto trasversale, in quanto le richieste abbondano sia nei centri storici, sia nelle periferie. E per giunta si tratta di un servizio ad alta fedeltà: ci si abitua a questa comodità poi non vuole più rinunciarvi.

Il tutto è una riprova del fatto che il consumatore è certamente diventato attento ed economo ma, quando ne vale la pena, quando è allettato da proposte veramente interessanti, è anche disponibile a spendere qualche euro in più.