di Luca Salomone

Pasta Zara fuori dal tunnel: lo comunicano il presidente, Furio Bragagnolo, e l’amministratore delegato, Mauro Albani.

Il pastificio, che era stato investito, incolpevole, dal crack delle banche venete, verso le quali si trovava esposto, ha infatti concluso positivamente il percorso di composizione negoziata avviato un anno fa, nel mese di luglio 2022, per mettere un argine agli effetti dell’inattesa revoca del concordato preventivo. La società ha utilizzato lo strumento descritto, introdotto dal decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118 e ora confluito nel Codice della crisi d’impresa.

Con questo mezzo l’azienda di Riese Pio X (Treviso), fondata nel 1898 dalla stessa famiglia Bragagnolo, ha potuto creare un contesto protetto, nel cui ambito avviare una serie di trattative con i propri creditori, finalizzate a individuare, di comune accordo, la soluzione più idonea al superamento della situazione di squilibrio patrimoniale.

Un team di advisor, consulenti e conoscitori della materia – troppo lungo da citare tutto – ha individuato, quale soluzione ottimale, la conclusione di una serie di atti, dedicati alla ridefinizione dell’esposizione debitoria, successivamente confluiti in un accordo ricognitivo controfirmato da un esperto indipendente e indicato, dalla Camera di Commercio di Venezia, nella persona di Paolo Bastia, professore ordinario di Economia aziendale presso l’Università degli Studi Alma Mater di Bologna e l’Università Luiss “Guido Carli” di Roma, nonché dottore commercialista e revisore legale.

Lo stesso professor Bastia ha ratificato la validità del piano industriale 2023-2027, che risulta coerente con il rientro dalla crisi, sottolineando la capacità di Pasta Zara di mantenere il proprio posizionamento di mercato e di salvaguardare, allo stesso tempo, i valori occupazionali e relazionali sottesi alla continuità aziendale.

L’obiettivo e di confermare i positivi risultati registrati nel corso dell’ultimo anno e consolidare la strategia di sviluppo e innovazione del prodotto già in atto e che, allo stato attuale, ha già ricevuto significativi riscontri dal mercato.

Il presidente Bragagnolo precisa che, «sebbene la composizione negoziata si sia articolata in un percorso lungo 12 mesi, la società ha ricevuto un sostegno continuo da parte di dipendenti, fornitori e clienti. Dunque, siamo riusciti a lanciare una nuova linea di prodotto a marchio “Pastificio Bragagnolo”. Quest’ultima si colloca nella fascia premium, anche grazie a un’attenta selezione, operata dai nostri agronomi, di grani 100% italiani, privi di glifosato e fitofarmaci. Accanto a questa – ha proseguito l’imprenditore - verrà anche introdotta una linea di sughi e pomodoro. Pasta Zara, anche attraverso il rafforzamento del proprio network commerciale, intende ora consolidare, in modo ulteriore, la propria presenza nel mercato italiano e, al tempo stesso, progredire nell’internazionalizzazione dei propri marchi».

Ricordiamo che in favore dell’azienda sono intervenuti molti soggetti, in primis Barilla che, a maggio 2019, ha acquistato, per 118 milioni di euro, il pastificio di Muggia, in provincia di Trieste. In seguito, nel 2021, Pasta Zara ha ricevuto, dall’operatore finanziario Amco, un prestito, sotto forma di linea di credito, del valore di 25 milioni di euro.

Nel 2020, ultimo anno disponibile, Pasta Zara fatturava, secondo Report aziende Consodata, circa 219 milioni di euro, una cifra molto simile al livello di indebitamento raggiunto all’inizio dello tsunami.