Unilever Italia tornerà a investire: lo ha detto il presidente James Hill in un'intervista al "Corriere Economia". E questo dopo avere venduto Findus e Santa Rosa e dopo avere concluso una lunga fase di ristrutturazione interna del proprio portafoglio.

L'obiettivo è di raddoppiare il giro d'affari realizzato sul nostro territorio, dove la multinazionale anglo-olandese mette a segno per ora "soltanto", si fa per dire, 1,4 miliardi di euro, principalmente dovuti al ramo del gelato e a quello del cura persona.

Hill, che pensa soprattutto alle acquisizioni di livello internazionale con possibili ricadute sulla Penisola, non disdegnerebbe comunque qualche impresa nazionale di un certo livello. Il cavallo di Troia di questo processo di penetrazione è Algida, ma non si devono nemmeno sottovalutare le attività derivanti dalla presa di controllo dei marchi Sara Lee nel settore dell'igiene e bellezza, che hanno già fruttato 40 milioni nel Bel Paese.

La strategia si svolge, in altre parole, su due fronti: quello dei brand globali, già diffusi  da noi - che incidono per il 90% sul venduto -, ma anche quello delle marche locali (10%), fra le quali ricordiamo Cucciolone e Tè Ati.

Altro punto forte è la continua innovazione di prodotto, sulla quale il gruppo investe circa 40 milioni di euro ogni dodici mesi. Recentemente hanno fatto il botto, negli italici confini, Caffè Zero - che verrà presto trapiantato anche negli altri Paesi - e il nuovo dado in gel Cuore di Brodo, mentre si aspetta l'imminente lancio di Sun Tea by Lipton, un particolare tè solubile in acqua.

Certo Hill è consapevole di una cosa: da noi sarà più dura che altrove, specie per la frammentazione dell'apparato distributivo che aumenta la concorrenza ed erode i margini