di Luca Salomone

Buone notizie per i pubblici esercizi: secondo i dati resi noti, il 28 gennaio, da Fiepet-Confesercenti, ed elaborati sulla base di statistiche del Cer e del Centro Studi turistici di Firenze, nel 2023 gli oltre 65 milioni di stranieri che hanno visitato il nostro Paese hanno speso, in media, più di 212 euro a persona per colazioni, pranzi, cene e aperitivi, determinando un giro d’affari di 13,8 miliardi di euro, l’ammontare più alto dal 2019.

Mentre il gran totale dei consumi dei turisti in Italia si è aggirato sui 42 miliardi di euro, quella nei pubblici esercizi, con il 33%, si è confermata come la seconda voce di spesa, subito dopo l’alloggio (36% e 15,1 miliardi di euro), i trasporti (11%, 4,6 miliardi) e lo shopping nei negozi (4,2 miliardi e un 10%).

In generale, a consumare di più – per un valore di 6,8 miliardi di euro – sono i tedeschi. Al secondo posto gli statunitensi (5,2 miliardi di euro) e poi gli inglesi (3,8 miliardi), i francesi (3,6 miliardi), gli austriaci (2,1 miliardi), gli spagnoli (1,8 miliardi), gli svizzeri (1,6 miliardi), i canadesi (1 miliardo) e i giapponesi (550 milioni).

«Gli stranieri spendono un euro su tre in un pubblico esercizio. Una preferenza che ha permesso, nelle mete turistiche, di compensare in parte il rallentamento della domanda nazionale e l’aumento dei costi di attività. E che sottolinea il ruolo fondamentale dei nostri bar, ristoranti, pizzerie e pub - commenta Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti -. Il sistema italiano, infatti, ha caratteristiche uniche al mondo, a partire dalla numerosità, caratterizzata da oltre 340 mila imprese indipendenti».